Un disegno di legge sostenuto dal presidente Donald Trump, recentemente approvato dalla Camera dei Rappresentanti, sta generando un’ondata di panico tra gli investitori. Le preoccupazioni non riguardano soltanto il rinnovo dei benefici fiscali introdotti nel 2017, ora in scadenza, che potrebbero ampliare il deficit statunitense, ma anche una norma controversa presente nella legge.
Questa disposizione prevede un incremento delle aliquote fiscali sui redditi passivi, come interessi e dividendi, per individui e società provenienti da Paesi considerati dagli Stati Uniti come aventi politiche fiscali “discriminatorie”. Questa ha portato a definirla come una sorta di “tassa di vendetta” voluta da Trump, e solleva interrogativi sugli effetti che potrebbe avere sui mercati finanziari.
Secondo le valutazioni degli esperti, si teme che gli investitori internazionali possano essere dissuasi dall’acquistare beni statunitensi, già provati da precedenti decisioni commerciali del presidente e da preoccupazioni riguardanti il deterioramento della situazione economica del paese.
Il Comitato Congiunto sulla Tassazione del Congresso ha avvertito dell’alto rischio di deflussi di capitali dall’estero, alimentati da una diminuzione della fiducia. In termini numerici, il comitato stima che la nuova legge genererebbe $116,3 miliardi in entrate nel prossimo decennio, ma comporterebbe anche una perdita di $12,9 miliardi di entrate fiscali annuali negli anni 2033 e 2034.