Analisi delle Prospettive Finanziarie Globali: Le Nuove Previsioni di Amundi fino al 2034
Il panorama finanziario mondiale sta attraversando un momento di grande cambiamento, influenzato da vari fattori come le tensioni geopolitiche, la transizione energetica, l’innovazione tecnologica e i cambiamenti demografici. In questo scenario complesso, Amundi, il maggior gestore di asset in Europa, ha rilasciato le proprie previsioni per i mercati finanziari fino al 2025, delineando un quadro macroeconomico e i rendimenti attesi per 43 asset class nel prossimo decennio.
Vincent Mortier, Chief Investment Officer di Amundi, mette in evidenza che le attuali valutazioni e i cambiamenti strutturali, in particolare l’avanzamento dell’intelligenza artificiale, stanno modificando il profilo dei rendimenti attesi. Ha affermato: “Il ritorno del mercato obbligazionario e l’interesse per le azioni si stanno orientando verso l’Europa e l’Asia, allontanandosi dagli Stati Uniti. I rendimenti delle asset private si stabilizzeranno, ma continueranno a svolgere un ruolo essenziale nella diversificazione.”
Monica Defend, a capo dell’Amundi Investment Institute, aggiunge che “l’Europa ha l’opportunità di aumentare la sua competitività in un contesto internazionale segnato da un crescente nazionalismo e frammentazione geopolitica. Allo stesso tempo, l’Asia sta diventando una forza tecnologica a livello globale, mentre gli Stati Uniti continueranno a trarre vantaggio dall’evoluzione dell’intelligenza artificiale.”
Nonostante queste opportunità, il mondo è confrontato con sfide demografiche in aumento, elevate curve di debito e impatti climatici significativi.
Crescita Economica e Inflazione: Un Quadro Flessibile
Le proiezioni di crescita globale fornite da Amundi sono state aggiornate rispetto allo scorso anno, con un Pil mondiale reale previsto in aumento mediamente al 2,6% per il periodo 2025-2034. L’Asia continuerà a spiccare, grazie principalmente a Cina e India, che beneficeranno di un vantaggio tecnologico, mentre l’Europa vedrà un sostegno alla crescita attraverso un incremento degli investimenti in difesa e innovazione. Tuttavia, il rallentamento demografico nei mercati emergenti tenderà a ridurre il loro vantaggio di crescita, portandolo a un’aspettativa più sostenibile di 1,8%.
Per quanto riguarda l’inflazione, considerata un elemento centrale nelle nuove dinamiche macroeconomiche, si prevede che rimarrà volatile e, in media, al di sopra degli obiettivi fissati dalle autorità monetarie: 2,2% negli Stati Uniti, 2,1% nell’eurozona e 3,1% nei mercati emergenti. I fattori che contribuiranno alle pressioni inflazionistiche includeranno le catene di approvvigionamento più complesse, l’aumento dei prezzi delle materie prime e le tensioni politiche. La politica monetaria dovrà affrontare il delicato compito di bilanciare il controllo dell’inflazione e la gestione del debito.
Finanza: Il Ritorno degli Obbligazionari e la Crescita dell’Asia
Un punto saliente delle nuove previsioni di Amundi è la revisione delle aspettative sui rendimenti delle principali asset class. Rispetto all’anno precedente, Amundi prevede un significativo miglioramento dei rendimenti attesi a dieci anni, attribuibile a un “reset” delle valutazioni e a una maggiore diversificazione delle opportunità a livello regionale e settoriale.
Il portafoglio bilanciato 60/40 (azioni/obbligazioni) dovrebbe generare, secondo le stime, un rendimento annuo atteso del 7% per gli investitori in dollari e del 6% per chi opera in euro.
Il ritorno del mercato obbligazionario è una delle tendenze più importanti. Le obbligazioni dei mercati emergenti, con rendimenti attesi intorno al 6%, offrono un profilo rischio/rendimento interessante. Anche i titoli di stato e le obbligazioni investment grade nell’eurozona stanno diventando più competitivi, grazie a una ripresa fiscale in Germania e a un riallineamento dei tassi d’interesse verso livelli più storici.
Nel campo azionario, gli esperti di Amundi notano un nuovo bilanciamento geopolitico nelle aspettative di performance. L’Europa prevede un rendimento annualizzato del 7,5%, sostenuta da valutazioni allettanti e riforme industriali. I mercati emergenti sono attesi a un rendimento dell’7,9%, trainati dalla crescente influenza dell’Asia nella corsa alla tecnologia. Gli Stati Uniti, pur continuando a essere pionieri nel settore dell’intelligenza artificiale, vedono le loro prospettive calare al 6,1% a causa di valutazioni elevate e pressioni inflazionistiche persistenti.
Strategie di Investimento: Focalizzarsi su Innovazione e Infrastrutture
Nell’ambito delle strategie di asset allocation, saranno privilegiate le aree più connesse agli investimenti infrastrutturali e alla digitalizzazione come i settori finanziario, industriale, sanitario e della tecnologia dell’informazione. La spesa in conto capitale (capex) diventerà un motore più influente rispetto ai consumi, con un impatto diretto su produttività e innovazione. In tal senso, l’intelligenza artificiale si affermerà come un fattore chiave, sebbene non basterà a fronteggiare da sola le sfide demografiche e climatiche che diventeranno prevalenti negli anni ’40.
Di fronte all’alta volatilità dei tassi d’interesse, all’incertezza sull’inflazione e ai rischi geopolitici, Amundi raccomanda un approccio diversificato che copra varie regioni, settori e tipi di attivo. L’obiettivo è costruire portafogli resilienti in grado di affrontare un futuro caratterizzato da una maggiore dispersione dei rendimenti e da minori certezze riguardanti le dinamiche macroeconomiche.
Le asset class alternative stanno assumendo un’importanza crescente: il debito privato, le infrastrutture e i real asset sono identificati come fonti di reddito stabili e strumenti contro l’inflazione. La strategia di allocazione prevederà un passaggio graduale dalle obbligazioni globali verso titoli di mercati emergenti e opportunità alternative. Asset reali, come immobili logistici o infrastrutture energetiche, stanno guadagnando rilevanza per la loro capacità di generare flussi di cassa meno correlati con le dinamiche dei mercati tradizionali.
Amundi indica anche un’emergente polarizzazione negli stili di gestione: sebbene il contesto attuale favorisca l’approccio attivo per captare le inefficienze di mercato e i cambiamenti strutturali, la selezione geografica e tematica risulta cruciale. Investire in Europa, infatti, non equivale più a puntare solo su una ripresa ciclica, ma richiede una visione a lungo termine su un modello di crescita basato su innovazione e politiche industriali.
In conclusione, i mercati finanziari si trovano a fronteggiare dinamiche demografiche e climatiche che saranno decisive nel definire l’equilibrio globale nei prossimi 15-20 anni. Mentre l’IA crescerà in produttività agli inizi degli anni ’30, solamente i paesi con un dividente demografico favorevole – come India, Indonesia e alcune nazioni africane – saranno in grado di mantenere tassi di crescita elevati anche nella seconda metà del secolo.