L’evoluzione del mercato dell’oro da investimento in Italia
Nel panorama finanziario attuale, l’oro da investimento sta vivendo una significativa trasformazione legale che coinvolge professionisti del settore, intermediari finanziari e investitori istituzionali. Con l’entrata in vigore del decreto legislativo 211/2024, la definizione legale dell’oro da investimento si è ampliata, includendo anche l’oro destinato alla lavorazione, con conseguenze dirette sui doveri di comunicazione all’Anagrafe dei rapporti finanziari.
Questo cambiamento normativo mira a rafforzare la tracciabilità fiscale in settori ad alta intensità patrimoniale, come quello aurifero, allineandosi agli standard europei sulla trasparenza finanziaria. Ma cosa significa concretamente per gli operatori del settore? Come cambia la gestione dell’oro lavorato dal punto di vista giuridico e fiscale? E quali sono le implicazioni sulle scelte di investimento?
Oro da investimento: una nuova definizione legale e operativa
A partire dal 17 gennaio 2025, la normativa ha ampliato il concetto di oro da investimento, includendo anche le quantità destinate alla lavorazione successiva. Questo supera la distinzione tra oro “puro” da investimento e oro industriale o semilavorato, che in passato era relegato alle normali transazioni commerciali.
La modifica normativa ridefinisce l’ambito applicativo dell’articolo 1, comma 1, lettera a) della legge n. 7/2000, basandosi sulla funzione economica e sulla capacità di conservare valore nel tempo dell’oro. Anche l’oro destinato alla trasformazione conserva la sua natura di strumento di investimento fintanto che possiede le caratteristiche previste. Questo cambiamento impatta notevolmente sulle transazioni aurifere, rendendo più complessa e dettagliata la tracciabilità delle operazioni.
Obblighi per gli operatori e chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate
Una delle conseguenze principali della riforma normativa riguarda gli operatori professionali dell’oro, che devono adeguare le proprie pratiche operative in risposta alla risoluzione n. 6/2025 dell’Agenzia delle Entrate. Secondo quanto chiarito dall’amministrazione finanziaria, anche l’oro destinato alla lavorazione è considerato oro da investimento e deve essere segnalato all’Anagrafe dei rapporti finanziari.
Fino al 2024, le transazioni che coinvolgevano semilavorati o materia prima aurifera erano esenti da tali obblighi. Con la nuova interpretazione normativa, questa distinzione è stata superata e la lavorazione non cambia la qualifica giuridica dell’oro, rendendo tracciabili anche le operazioni non legate alla semplice detenzione.
Per gli operatori, ciò implica la necessità di comunicare tutte le transazioni relative all’oro considerato investimento, anche se destinato alla lavorazione, e di mantenere informazioni dettagliate sui soggetti coinvolti e sulle modalità dell’operazione. È inoltre richiesto un adeguamento delle procedure interne di conformità e reportistica fiscale.
Scenario attuale dell’oro da investimento e considerazioni operative
L’ampliamento della definizione di oro da investimento va oltre l’aspetto tecnico e rappresenta un cambiamento di paradigma per coloro che utilizzano l’oro come strumento di protezione patrimoniale o asset anticiclico. In un contesto di instabilità monetaria e ritorno dell’inflazione, l’oro rimane un’importante riserva di valore, ma con nuove implicazioni operative.
Gli investitori dovranno considerare una maggiore trasparenza fiscale delle operazioni, un contesto normativo che riduce le possibilità di utilizzo opaco del metallo prezioso e una catena di approvvigionamento sempre più tracciata, dove il valore legale dell’oro coincide con la sua tracciabilità.
Queste trasformazioni non diminuiscono l’attrattività dell’investimento in oro, ma ne rafforzano la legittimità come asset regolamentato e compatibile con strategie di portafoglio istituzionali e retail. Per gli investitori informati, il nuovo scenario offre strumenti più solidi per una gestione responsabile del capitale in un’asset class che resta un punto di riferimento nei mercati finanziari internazionali.