Le nuove sfide nel settore del caffè: l’incursione delle aziende cinesi negli Stati Uniti
Le aziende cinesi stanno preparando il terreno per entrare nel mercato americano del caffè, creando una concorrenza agguerrita. Due grandi catene in particolare stanno attirando l’attenzione: Luckin Coffee e la rivale Cotti Coffee. Luckin Coffee è diventata la più grande azienda cinese nel settore, superando di gran lunga Starbucks in patria con oltre il doppio dei punti vendita.
Luckin Coffee, dopo aver conquistato Singapore, Hong Kong e la Malesia, si prepara ora per il grande salto: l’apertura di una filiale a New York. La sua strategia aziendale si basa interamente sulla tecnologia. I clienti cinesi possono ordinare e ricevere il caffè tramite l’app WeChat in modo rapido ed efficiente, cambiando radicalmente l’esperienza tradizionale del bar. Inoltre, Luckin riesce a mantenere bassi i costi grazie alla gestione interna della torrefazione e lavorazione dei chicchi di caffè in Cina. Cotti Coffee, invece, è già presente a Brooklyn e Manhattan, dopo essersi espansa a livello nazionale e internazionale, con punti vendita che spaziano da Dubai alla California.
Le implicazioni dell’arrivo delle aziende cinesi negli Stati Uniti
La domanda che molti si pongono è se il modello di business cinese avrà successo negli Stati Uniti. La strategia è simile a quella adottata in altri settori come quello delle auto elettriche e della consegna di cibo a domicilio: investire massicciamente per conquistare quote di mercato, operando con margini bassi; una volta ottenuta una posizione dominante e eliminata la concorrenza, alzare i prezzi.
Starbucks ha annunciato di abbassare i prezzi delle bevande in Cina a partire da quest’estate. È attesa una reazione dai competitor locali. Tuttavia, secondo gli analisti, il mercato americano è più competitivo di quello cinese. New York, in particolare, è considerata una prova difficile per un marchio internazionale, soprattutto cinese, data la diversità della città e la vasta base di consumatori giovani. Tuttavia, il mercato newyorchese è anche uno dei più saturi e competitivi, come sottolineato da Danilo Gargiulo, senior analyst di Bernstein.
Durante l’ultima chiamata agli investitori nel mese di aprile, il cofondatore di Luckin ha dichiarato che l’azienda adotterà modelli flessibili e adattati ai diversi mercati locali per espandersi all’estero. Tuttavia, secondo Allison Malmsten di Daxue Consulting, le aziende cinesi dovranno affrontare i salari elevati di New York – a differenza di Pechino – e potrebbero dover considerare opzioni di pagamento aggiuntive che aumenterebbero i costi. Inoltre, i dazi sulle imprese cinesi potrebbero complicare ulteriormente le catene di approvvigionamento, aumentando i costi complessivi.