Le Imprese dove le Persone Vogliono Veramente Lavorare: Analisi Globale 2025
In un mercato sempre più interconnesso, variegato e competitivo, comprendere dove i talenti desiderano svolgere la propria attività lavorativa non è più un aspetto secondario, ma un fattore strategico fondamentale per aziende e mercati. La quattordicesima edizione della classifica mondiale World’s Best Workplaces 2025 di Great Place To Work lo sottolinea con chiarezza: non basta essere grandi o innovativi, né avere una presenza globale. È fondamentale creare ambienti in cui il senso di appartenenza, la fiducia e una solida cultura aziendale rappresentano il cuore stesso dell’esperienza di lavoro.
I Leader Mondiali nel Mondo del Lavoro
L’indagine che sostiene questa classifica si basa sull’opinione di oltre 9 milioni di collaboratori in tutto il mondo, rispecchiando l’esperienza di più di 25 milioni di dipendenti. Interessante notare come la distribuzione geografica non sia omogenea: il 64% delle prime 25 realtà di eccellenza globali ha sede negli Stati Uniti, seguita dalla Germania con il 12%. Irlanda e Regno Unito contano ciascuno per l’8%, mentre Francia e Liechtenstein figurano con una presenza singola (4% ciascuno).
Al vertice della graduatoria 2025 troviamo tre aziende che, pur operando in settori distinti e seguendo modelli di business diversi, condividono tratti comuni come una cultura aziendale forte, elevata fiducia tra colleghi e un coinvolgimento autentico.
In prima posizione si conferma Hilton, azienda simbolo del settore ospitalità, che i collaboratori descrivono come un ambiente in cui “ci si conosce sempre meglio: si apprendono le culture reciproche, si ride e si cresce insieme costantemente”.
Il messaggio da cogliere è chiaro: una realtà tradizionalmente legata all’operatività alberghiera ha saputo valorizzare il lavoro di squadra, la diversità e la formazione continua. Qui non si parla solo di risultati economici, ma di qualità umana. Per il mercato e gli investitori ciò si traduce in brand solidi accompagnati da un ambiente lavorativo capace di favorire fidelizzazione, innovazione ed efficacia.
Segue al secondo posto DHL Express, che dimostra come nel settore della logistica e dei trasporti, caratterizzato da complessità e pressioni operative intense, sia comunque possibile realizzare un luogo di lavoro di alta qualità.
Al terzo posto si posiziona Cisco, leader nel settore dell’Information Technology, in cui si sta attraversando una doppia rivoluzione, tecnologica e culturale. I dipendenti si sentono stimolati a mostrarsi autentici e considère i valori legati a famiglia, benessere fisico e mentale come fondamentali per l’organizzazione.
Questi risultati evidenziano come, anche in settori come il tech, dove tradizionalmente si concentra l’attenzione su innovazione e mercato, l’ambiente di lavoro costituisca un elemento imprescindibile. Nel complesso, i 25 migliori ambienti di lavoro globali si differenziano per la qualità dell’esperienza offerta ai collaboratori, fondata su fiducia, orgoglio e spirito di squadra.
“Dall’analisi della classifica 2025 emerge chiaramente l’impatto positivo generato da queste imprese eccellenti”, commenta Alessandro Zollo, CEO di Great Place To Work Italia. “Non conta la nazione o il continente d’origine, ma la fiducia che viene instaurata con il personale”.
Italia: Fuori dalla Top 25, ma con Segnali Positivi
Seppur l’Italia e le aziende italiane non compaiano nella top 25 globale, ci sono segnali incoraggianti su scala europea o in specifiche categorie dimensionali. Un esempio significativo è la società italiana Bending Spoons, attiva nel settore IT, che si è aggiudicata il terzo posto nella classifica “Best Small & Medium Workplaces in Europe 2025”. Questo testimonia come, soprattutto nelle realtà digitali e innovative del nostro Paese, sia possibile emergere e ottenere riconoscimenti a livello internazionale.
Analizzando i settori merceologici dominanti nella classifica, spicca la leadership dell’Information Technology con il 32% delle aziende, seguono manifattura e produzione, servizi finanziari e assicurativi ciascuno con il 12%. Settori come quello alberghiero, i servizi professionali, la biotecnologia, la farmaceutica e il retail rappresentano l’8%, mentre assistenza sanitaria, edilizia e trasporti chiudono con il 4%.