Asset rifugio: yen giapponese e franco svizzero in forte rialzo
La recente agitazione sui mercati finanziari, innescata dai dazi statunitensi, ha portato il yen giapponese e il franco svizzero a emergere come due asset rifugio molto ricercati dagli investitori. Entrambe le valute hanno registrato un incremento del 3% dal 2 aprile, quando il presidente Trump ha annunciato l’imposizione di tariffe su diverse nazioni in tutto il mondo. L’attuale clima di tensione ha portato i mercati azionari a subire pesanti perdite, confermando il trend negativo iniziato la settimana scorsa.
Le vendite stanno colpendo diversi settori e persino l’oro, tradizionalmente considerato un bene rifugio, non è stato risparmiato. Alcuni trader stanno liquidando le proprie posizioni sull’oro per compensare le perdite subite altrove, sfruttando i guadagni ottenuti grazie al recente rally del metallo prezioso.
Di solito, in periodi di forte incertezza sui mercati, gli investitori si rivolgono al yen giapponese e al franco svizzero come rifugi sicuri. Le attuali valutazioni delle due monete rispetto al dollaro americano sono influenzate anche dalle aspettative di un possibile restringimento del differenziale dei tassi di interesse tra Stati Uniti e Giappone/Svizzera. Infatti, in caso di recessione negli USA a causa della guerra commerciale scatenata dai dazi, è probabile che la Federal Reserve debba abbassare il costo del denaro. Al contrario, la Bank of Japan è già in una fase di rialzo dei tassi, mentre la Swiss National Bank potrebbe essere costretta a mantenere tassi più alti per evitare un eccessivo rafforzamento del franco che danneggerebbe l’economia interna.
Le prospettive per yen e franco svizzero
Gli analisti e gli investitori concordano sul fatto che yen e franco svizzero potrebbero continuare a rafforzarsi in questo contesto di mercato. Secondo Ebrahim Rahbari, esperto di strategia sui tassi presso Absolute Strategy Research, lo yen giapponese potrebbe essere una valida protezione contro le tensioni commerciali e una possibile recessione negli Stati Uniti. Rahbari ritiene che il yen sia attualmente sottovalutato rispetto al dollaro e che un possibile taglio dei tassi americani ridurrebbe il differenziale di rendimento. Inoltre, la diversificazione dell’economia giapponese rende il paese meno dipendente dal commercio estero.
Anche Matt Orton, responsabile delle soluzioni di consulenza presso Raymond James Investment Management, considera yen e franco svizzero come valide opzioni per mitigare le conseguenze dei dazi. Tuttavia, ritiene che il franco svizzero possa essere una copertura migliore rispetto al yen a causa delle incertezze sui tassi di interesse della BoJ.
Jeff Ng, esperto di strategia macro asiatica presso Sumitomo Mitsui Banking Corporation, suggerisce che lo yen potrebbe comunque performare bene anche in assenza di una recessione nei USA, dato che la BoJ potrebbe continuare ad aumentare i tassi mentre altre banche centrali li abbassano. Tuttavia, Ng avverte che l’economia giapponese è vulnerabile ai dazi di Trump, in particolare nel settore automobilistico. Un’economia in rallentamento potrebbe portare la BoJ a mantenere bassi i tassi, indebolendo lo yen.