Le nuove tariffe sull’auto di Trump causano turbolenza nei mercati
Le recenti decisioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump riguardo ai dazi sulle auto hanno scatenato una reazione a catena nelle borse mondiali e nel panorama politico ed economico internazionale. Trump ha introdotto tariffe del 25% su tutte le automobili importate negli Stati Uniti a partire dal 2 aprile, sommandosi ai dazi già imposti sull’acciaio e l’alluminio. Il rischio di un’accentuazione della guerra commerciale è adesso molto elevato, soprattutto considerando che in quella data entreranno in vigore anche i dazi di rappresaglia verso i Paesi con cui gli USA intrattengono rapporti commerciali.
L’Europa ha annunciato la preparazione di contromisure per rispondere alle decisioni degli Stati Uniti. “La prossima settimana vedremo l’attuazione di nuove misure da parte degli USA, conosciute come dazi di rappresaglia. Pur essendo dispiaciuti per questa situazione, ci stiamo preparando”, ha dichiarato il portavoce della Commissione europea Olof Gill ai giornalisti. “Non posso garantire tempi precisi per la nostra risposta a queste azioni non ancora messe in atto, ma posso assicurare che sarà tempestiva, robusta e mirata agli obiettivi previsti”, ha aggiunto.
Dopo l’annuncio dei dazi sulle auto, Trump ha minacciato l’Europa e il Canada di ulteriori tassazioni in caso di ritorsioni contro gli USA. La lotta tra ex alleati commerciali rischia ora di precipitare e colpire gravemente le economie delle rispettive regioni. In questo contesto, l’appello della casa automobilistica tedesca Bmw a USA ed Europa per trovare un accordo e evitare una spirale negativa nella guerra commerciale suona come un grido disperato. “Non ci sarà nulla da guadagnare in una guerra commerciale”, ha affermato l’azienda. “Entrambe le parti dovrebbero rapidamente raggiungere un accordo transatlantico che favorisca la crescita e prevenga l’isolamento e le barriere commerciali.”
Le tasse USA: gli investitori trovano rifugio nell’oro
Le tensioni hanno avuto un impatto sui mercati finanziari, con gli investitori che hanno venduto azioni dopo l’annuncio. In parallelo, gli operatori si sono orientati verso l’oro, tradizionalmente considerato un rifugio sicuro in periodi di turbolenza. Il prezioso metallo ha recentemente raggiunto il record storico di $3,094 l’oncia prima di un leggero calo. Vista come una copertura contro l’incertezza e l’inflazione, il valore dell’oro è aumentato del 16.5% da inizio anno. “La politica degli Stati Uniti sta generando grandi incertezze e l’oro, essendo il bene di rifugio per eccellenza, sta salendo principalmente a causa di queste incertezze”, ha dichiarato Nitesh Shah, strategist di WisdomTree per le materie prime.
Goldman Sachs ha rivisto al rialzo le previsioni sul prezzo dell’oro, portandole a $3,300 entro la fine del 2025. Questa stima tiene conto di diversi fattori, tra cui “il recupero degli acquisti nel periodo novembre-gennaio, con le banche che accumulano circa 190 tonnellate al mese” e “le aspettative che la Cina continuerà ad accumulare ad un ritmo elevato per almeno tre anni”, come spiegato dagli analisti della banca americana. Inoltre, gli esperti hanno sottolineato l’importanza degli afflussi negli ETF. “Se la crescente domanda di protezione porterà gli investimenti negli ETF ai massimi dell’era pandemica del 2020, il prezzo dell’oro potrebbe raggiungere $3,680 l’oncia entro la fine dell’anno”, hanno aggiunto.