Le quotazioni del petrolio rimangono stabili oggi nel mercato delle materie prime: il Brent si mantiene intorno ai 73 dollari al barile, mentre il West Texas Intermediate si trova poco al di sotto dei 70 dollari. Gli investitori sono attenti a diversi fattori che potrebbero influenzare il prezzo del greggio.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump si è mostrato contrariato nei confronti del leader russo Vladimir Putin per la sua posizione rigida sulla guerra in Ucraina. Putin ha sfidato il presidente ucraino Volodymir Zelensky chiedendo la sua rimozione politica e la convocazione di nuove elezioni come condizione per un cessate il fuoco.
Trump ha minacciato di imporre sanzioni sul petrolio russo, aumentandole dal 25% al 50% e coinvolgendo anche gli acquirenti. Gli Stati Uniti non importano petrolio dalla Russia dal 2022 e le minacce di Trump sono rivolte soprattutto a nazioni come India e Cina, che sono tra i principali acquirenti di greggio russo.
Parallelamente, Trump ha annunciato l’intenzione di imporre tariffe del 25% sulle auto esportate negli Stati Uniti, oltre ai dazi reciproci che dovrebbero scattare presto. Questo clima di guerra commerciale rischia di avere ripercussioni sull’economia globale, influenzando anche il prezzo del petrolio.
Petrolio: previsioni di Macquarie
Circa le prospettive future dei prezzi del petrolio, Macquarie si pronuncia in maniera prudente. Oltre alle sanzioni sulla Russia, bisogna considerare anche le politiche dell’Opec+ e la ripresa economica cinese, che influenzeranno la domanda di petrolio.
Vikas Dwivedi di Macquarie si mostra cauto, indicando un target di 60 dollari al barile come livello sostenibile. Sottolinea l’influenza della guerra commerciale sui margini di raffinazione e sul diesel, ma vede anche possibilità di miglioramento a lungo termine.