L’importante simposio dei Banchieri centrali a Jackson Hole
Il 21 agosto inizia a Jackson Hole, Wyoming, il simposio annuale dei Banchieri centrali, con il tema “Mercati del lavoro in transizione: demografia, produttività e politica macroeconomica”. Vincent Reinhart, capoeconomista di Bny Investments, sottolinea l’importanza di discutere di intelligenza artificiale, crescita della produttività e conduzione della politica monetaria, in un momento in cui il mercato del lavoro è in continua evoluzione. Si prevede che Powell faccia un discorso importante, in vista della riduzione del tasso di riferimento a settembre.
Le reazioni di Wall Street nei simposi passati
In passato, Jackson Hole non ha causato grandi movimenti di mercato, a meno di annunci significativi. Tuttavia, nei periodi monetari accomodanti, il simposio ha amplificato i rialzi, mentre in quelli restrittivi ha portato a correzioni importanti. Quest’anno, con la speranza di tre tagli dei tassi entro fine anno, il contesto è ancora incerto.
Le esperienze con Bernanke e Yellen
In passato, i discorsi di Bernanke e Yellen a Jackson Hole hanno avuto un impatto significativo sui mercati. Da Bernanke che ha introdotto politiche straordinarie alla difesa di Yellen delle riforme post-crisi, i presidenti della Fed hanno lasciato il segno. Il 2020 è stato un anno di svolta, con Powell che ha introdotto nuovi approcci alla politica monetaria.
Le prospettive per Jackson Hole 2025
Nel 2025, l’S&P500 ha registrato un buon aumento fino ad ora, con segnali misti sull’economia. La crescita del Pil è trainata dagli investimenti tecnologici, ma il mercato del lavoro mostra segni di rallentamento. Powell parla di un’economia solida e di politiche moderatamente restrittive, mantenendo gli investitori in attesa di ulteriori segnali. L’ipotesi prevalente è quella di un aggiustamento graduale della politica monetaria, con la possibilità di tagli più aggressivi in determinate circostanze.