Italia alla ricerca di tesori nascosti: la corsa alle terre rare e ai minerali critici
L’Italia si prepara a tornare in miniera alla ricerca di tesori nascosti, puntando a competere nella corsa globale del Ventunesimo secolo per le terre rare e i minerali critici utilizzati nell’industria. Attualmente, questo mercato è dominato dalla Cina, che copre il 98% della domanda europea dei magneti necessari, mentre gli Stati Uniti stanno cercando di sfruttare i giacimenti presenti in Groenlandia.
L’Italia cerca ora di entrare in questa competizione, nonostante le risorse limitate e decenni di abbandono delle miniere. Dopo 30 anni dall’ultimo investimento pubblico nel settore, il Comitato interministeriale per la Transizione Ecologica ha approvato il Programma Nazionale di Esplorazione Mineraria Generale (PNE): si tratta di 14 progetti di ricerca distribuiti sul territorio nazionale.
Un investimento di 3,5 milioni di euro per la prima fase coinvolgerà 15 unità operative e 400 specialisti coordinati dal Servizio Geologico d’Italia dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA).
Durante la prima fase del programma, verranno utilizzate tecnologie avanzate come la radiografia muonica (raggi cosmici) e software di intelligenza artificiale per elaborare i dati. I risultati ottenuti verranno inseriti nel database minerario nazionale Gemma.
Le esplorazioni, previste per settembre 2025, si concentreranno principalmente in Lombardia, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Liguria, Toscana, Lazio, Campania, Calabria, Emilia-Romagna, Marche e Sardegna.
La ricerca si concentrerà su materie prime critiche come litio e grafite (utilizzati per le batterie), rame (utilizzato nell’elettronica e nell’Intelligenza Artificiale), antimonio (per i semiconduttori), tungsteno (per acciai speciali), titanio (nell’aerospazio), terre rare (utilizzate nell’hi-tech), fluorite (per vetro, acciaio, elettronica) e feldspato (per la ceramica).
Etf Vaneck Rare Earth and Metals: le quotazioni puntano verso quota 8 euro
Quotato sul mercato ETF Plus di Borsa Italiana, l’Etf Vaneck Rare Earth and Metals registra un trend al rialzo nel breve termine, anche grazie alla performance positiva della seduta precedente (+2,99%). Dopo un’apertura con un gap up (rimasto aperto durante la giornata a quota 7,545), le quotazioni si sono mantenute all’interno di uno stretto trading range tra 7,670 e 7,744, per poi chiudere a 7,740 euro.
Dopo aver toccato un minimo relativo lo scorso 7 aprile a 5,693, l’Etf ha invertito rapidamente la sua direzione con un movimento rialzista che si è fermato vicino alla resistenza a quota 7,053 (12 maggio).
Da quel momento, i prezzi hanno subito un rallentamento che si è fermato al supporto intermedio a 6,075 (2 giugno), per poi riprendere quota con un improvviso rally fino ai livelli attuali.
La struttura grafica del titolo è molto positiva e non ci sono segnali di inversione nel breve periodo. Si prevede quindi che il trend continuerà con l’obiettivo di superare la soglia dei 8 euro, anche oltre i massimi precedenti di metà marzo.
Dal punto di vista operativo, un’operazione long è consigliabile al superamento di quota 7,744 con target intorno agli 8 euro, mentre posizioni ribassiste potranno essere considerate solo con la violazione di quota 7,670 e un obiettivo vicino a 7,440. Gli indicatori tecnici mostrano prezzi al di sopra dell’indicatore Supertrend, con indicatori Parabolic Sar e media mobile a 25 diventati rialzisti ad inizio giugno. Anche l’indicatore Macd ha appena incrociato il suo segnale. Tuttavia, l’oscillatore RSI si trova in area di ipercomprato vicino al livello 73.