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Mutui: come il taglio dei tassi della BCE influenza il confronto tra fisso e variabile

2025/06/12 8

Mutui: come il taglio dei tassi della BCE influenza il confronto tra fisso e variabile 

Il Nuovo Taglio dei Tassi della BCE: Cosa Comporta per Famiglie e Imprese

La Banca Centrale Europea (BCE) ha deciso di abbattere ulteriormente i tassi d’interesse, questo rappresenta il suo ottavo intervento consecutivo in questa direzione. I tassi sui depositi si sono ridotti dal 2,25% al 2%, e lo stesso è avvenuto per i tassi sui rifinanziamenti principali (ora 2,15%) e sui prestiti marginali (ora 2,40%). Questo nuovo allentamento della politica monetaria ha due principali finalità: stimolare la crescita economica nell’Eurozona e mantenere l’inflazione sotto controllo. Ma quali sono le implicazioni di queste misure per le famiglie italiane, in particolare per chi ha già un mutuo o sta pensando di stipularne uno?

Cosa Spinge la BCE a Tagliare i Tassi e Qual è il Loro Impatto Economico

La decisione della BCE di abbassare ulteriormente i tassi d’interesse fa parte di una strategia mirata a stimolare la crescita economica, in un momento in cui il PIL dell’Eurozona continua a mostrarsi debole. Diminuire il costo del denaro favorisce quindi l’accesso al credito per famiglie e aziende, incentivando così consumi e investimenti.

Un altro obiettivo fondamentale è il contenimento dell’inflazione. Stando alle previsioni aggiornate, il tasso d’inflazione dovrebbe scendere al 2,0% nel 2025 e all’1,6% nel 2026, grazie al calo dei prezzi delle energie e a un euro più forte. Nel 2027 ci si aspetta un ritorno al target ideale del 2%.

È importante notare che la BCE continua a vigilare su possibili rischi geopolitici e commerciali, come i dazi imposti dagli Stati Uniti o eventuali conflitti globali, che potrebbero influenzare negativamente la crescita. Un eventuale ritorno dell’inflazione potrebbe spingere la BCE a riconsiderare la propria strategia, con un possibile rialzo dei tassi già nel 2026.

Le Conseguenze dei Tagli della BCE per i Mutui: Quali Risparmi Attendersi?

Il taglio dei tassi ha conseguenze dirette per chi ha un mutuo a tasso variabile, in quanto questo tipo di finanziamento segue l’andamento dell’Euribor. Secondo le stime fornite dal Codacons, il risparmio medio mensile sulle rate di mutuo potrebbe oscillare tra 13 e 30 euro, a seconda della somma e della durata del prestito:

  • Mutuo ventennale da 100-200mila euro: risparmio mensile tra 13 e 27 euro, equivalente a 156-324 euro all’anno.
  • Mutuo trentennale: risparmio mensile compreso tra 15 e 30 euro, quindi un totale di 180-360 euro l’anno.
  • Mutuo di 125mila euro a 25 anni: -17 euro al mese, corrispondente a -204 euro all’anno.

Il tasso medio per i mutui variabili in Italia si è già ridotto dal 4,92% di novembre 2023 al 3,54% previsto per marzo 2025. Tuttavia, secondo le anticipazioni sull’Euribor, la discesa potrebbe fermarsi a fine anno, stabilizzandosi intorno al 2%, bloccando così ulteriori cali delle rate.

Mutuo Fisso o Variabile: Qual è la Scelta più Vantaggiosa per il 2025?

Chi sta considerando di accendere un mutuo ora si trova di fronte a una decisione importante. Le ultime analisi evidenziano che le offerte a tasso variabile sono di nuovo più competitive rispetto a quelle a tasso fisso, sebbene la differenza sia ridotta:

  • Variabile Tan: 2,53% con rata media di 567 euro
  • Fisso Tan: 2,66% con rata media di 575 euro

La differenza tra le due opzioni è minima e valida solo per alcune specifiche combinazioni di durata e loan to value. Inoltre, lo spread applicato ai mutui variabili è attualmente piuttosto alto (65 punti base), mentre per i mutui fissi è sotto i 30 punti base, mantenendo i secondi competitivi. Qual è quindi la scelta migliore?

Non esiste una risposta definitiva. Il tasso variabile può offrire vantaggi iniziali, ma presenta anche un maggiore rischio in caso di futuri rialzi. Al contrario, il tasso fisso offre stabilità e prevedibilità sull’importo delle rate. È fondamentale valutare la propria situazione personale, la durata del mutuo, la propensione al rischio e le condizioni economiche generali prima di prendere una decisione.

           

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