Stabilità dei Prezzi del Petrolio e Impatti Commerciali
I prezzi del petrolio rimangono stabili nel mercato delle materie prime, con il Brent stabilito intorno a 66,50 dollari al barile e il West Texas Intermediate vicino ai 63,50 dollari. Dopo un rimbalzo di circa 14 punti percentuali dai minimi del 5 maggio, il mercato ha visto un cambiamento positivo, in gran parte grazie all’accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina, che prevede la riduzione dei dazi reciproci del 115% per un periodo di 90 giorni.
I trader erano in allerta per il rischio che un’eventuale escalation della guerra commerciale tra i due giganti economici potesse portare a un rallentamento globale e a una conseguente diminuzione della domanda di petrolio. La tregua attuale ha sollevato le aspettative e allontanato scenari negativi. Priyanka Sachdeva, analista senior di Phillip Nova, ha commentato che “l’intesa temporanea ha una narrativa positiva che può rinvigorire la domanda in un contesto di cautela ottimistica”. Tuttavia, ha anche avvertito che il calo significativo della settimana precedente indica che la domanda continua a fronteggiare sfide importanti, lasciando il mercato in attesa di sviluppi futuri. Anche Rystad Energy ritiene che l’accordo tra Usa e Cina abbia contribuito a ridurre il pessimismo legato alla domanda.
Il Ruolo Strategico del Presidente Trump
Il mercato sta monitorando da vicino il viaggio di Donald Trump in Arabia Saudita. Mukesh Sahdev, responsabile globale delle materie prime di Rystad Energy, ha sottolineato che “prevenire picchi nei prezzi del petrolio durante l’estate sarà un obiettivo chiave per Trump”. Secondo lui, “gli Stati Uniti potrebbero sfruttare i prezzi più bassi per incrementare le riserve strategiche di greggio dal Medio Oriente”. Sussiste però l’incognita su come le misure statunitensi riguardanti Iran, Russia e Venezuela influenzeranno l’equilibrio delle forniture.”
Recentemente, gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni a circa 20 aziende coinvolte nel supporto alle forze armate iraniane per l’invio di petrolio in Cina. Analisti di Goldman Sachs hanno riportato che Trump mira a mantenere i prezzi del petrolio negli Stati Uniti tra i 40 e i 50 dollari al barile, sottolineando come “l’inquilino della Casa Bianca sia sempre stato focalizzato sul petrolio e sul predominio energetico statunitense”. È stato notato che il presidente tende a chiedere prezzi più bassi quando il WTI supera i 50 dollari e viceversa, a favore di livelli più alti quando i prezzi scendono sotto i 30 dollari, spesso per sostenere la produzione interna.
Nonostante le attese non siano particolarmente ottimiste riguardo all’andamento del petrolio quest’anno e l’anno prossimo, alcuni analisti avvertono di possibili rischi al rialzo a causa della recente distensione delle tensioni commerciali tra le nazioni. “La preferenza del presidente per prezzi contenuti supporta la nostra previsione di un calo delle quotazioni nel 2025-2026”, hanno affermato gli esperti di Goldman.