Il cambio USD/JPY è sceso sotto la soglia chiave dei 150 dopo le dichiarazioni di Atsushi Mimura, vice ministro delle Finanze per gli Affari istituzionali e principale funzionario valutario del Giappone. Il rappresentante governativo ha detto che in questo momento le autorità stanno “assistendo a movimenti improvvisi e leggermente unilaterali nel mercato valutario, che sarà monitorato con un alto senso di urgenza, comprese eventuali mosse speculative”. Dai commenti non si evince un intervento immediato diretto per rafforzare lo yen, ma agli investitori la dichiarazione di Mimura è suonata come un avvertimento verbale che il governo è pronto ad agire se la situazione dovesse peggiorare.
Quest’anno il Giappone ha speso oltre 100 miliardi di dollari per sostenere lo yen. L’ultima volta dopo che l’USD/JPY aveva raggiunto 161,95 a inizio luglio. Alla fine dello stesso mese un altro sostegno importante era arrivato dalla Bank of Japan, che ha alzato i tassi di interesse di interesse di un quarto di punto, trasmettendo la sensazione di voler adottare una politica monetaria fortemente restrittiva”.
Nel frattempo, tuttavia, il governatore della BoJ, Kazuo Ueda, ha frenato sulle aspettative di aumenti aggressivi dei tassi nei prossimi mesi, mentre a inizio ottobre il neo primo ministro Shigeru Ishiba ha dichiarato che la nazione non è pronta per ulteriori strette monetarie. Per contro i dati sull’economia americana sono stati sorprendentemente positivi, allontanando lo spauracchio che una recessione possa materializzarsi negli Stati Uniti. Giocoforza sono diminuite le aspettative che la Federal Reserve tagli i tassi di interesse allo stesso ritmo di settembre, quando ha ridotto il costo del denaro di mezzo punto percentuale. Tutto ciò fa il gioco del dollaro a svantaggio dello yen, creando le condizioni per una risalita dell’USD/JPY verso livelli limite.
USD/JPY: gli analisti si aspettano debolezza dello yen
Gli analisti ora si aspettano che lo yen prosegua la fase di debolezza. Secondo Tohru Sasaki, capo strategist di Fukuoka Financial Group Inc., l’USD/JPY potrebbe finire nuovamente a 160 nel corso del prossimo anno. “Il mercato sta ancora sopravvalutando un taglio dei tassi da parte della Fed, quindi man mano che vedremo le aspettative diminuire, ritengo che lo yen si indebolirà gradualmente”, ha detto.
Anche Teppei Ino, responsabile della ricerca sui mercati globali di Tokyo presso MUFG Bank Ltd., è convinto che ci sia la possibilità di un ulteriore incremento delle quotazioni del “ninja. Mimura probabilmente ha fatto il suo commento per frenare l’ulteriore deprezzamento dello yen”, ha detto.
A giudizio di Shoki Omori, chief desk strategist di Mizuho Securities Co., il cambio potrebbe giungere a 156 in caso di superamento di 152 se il Ministero delle finanze non interverrà. “Ci potrebbero essere ulteriori dichiarazioni da parte dei funzionari, ma ci sono meno possibilità che il Giappone sostenga effettivamente la sua valuta in vista delle elezioni nazionali del 27 ottobre”, ha affermato.
Yujiro Goto, responsabile della strategia di cambio presso Nomura Securities a Tokyo, vede invece un rischio per lo yen determinato da una vittoria di Donald Trump alle prossime elezioni USA del 5 novembre. “Con il rischio Trump, sembra difficile una vendita del dollaro nel breve termine”, ha detto.
