Prima della fine dell’anno si potrebbe assistere a un’impennata dei rendimenti dei titoli di Stato USA a 10 anni. Il mercato delle opzioni riporta un incremento considerevole delle put con scadenza 27 dicembre sui Treasury decennali, oltre che di quelle in scadenza il 24 gennaio, esattamente quattro giorni dopo l’insediamento del presidente eletto Donald Trump alla Casa Bianca. In particolare, il numero di opzioni è in aumento sui livelli compresi nell’intervallo 107,50-109,50, il che implica un rendimento a 10 anni tra il 4,45% e il 4,75%. Attualmente tale rendimento si aggira intorno al 4,3%. Nel limite superiore, si arriverebbe al massimo raggiunto ad aprile 2024 del 4,74%.
Contestualmente, il mercato dei future segnala un’inclinazione ribassista. Secondo i dati riportati dalla Commodity futures trading commission (CFTC), i gestori patrimoniali hanno liquidato 72 mila contratti sui titoli di Stato USA a 10 anni nella settimana fino al 19 novembre, mentre gli hedge fund hanno avviato coperture per circa 257 mila contratti nello stesso periodo.
Titoli di Stato USA: cosa spiega le posizioni in vendita
Gli investitori sono diventati più prudenti sull’andamento dei titoli di Stato USA. Come riporta un sondaggio di JPMorgan Chase tra i suoi clienti, nella settimana fino al 25 novembre le posizioni corte sono aumentate del 2%, raggiungendo il massimo dal 28 ottobre.
Il motivo principale per cui i buoni del Tesoro sono venduti attiene al fatto che i trader temono tassi più alti con il ritorno dell’inflazione. Trump ha promesso dazi più alti, annunciando questa settimana tariffe ulteriori del 25% per le importazioni di merci provenienti da Canada e Messico, e del 10% per i beni in entrata dalla Cina. Questo rischia di rimettere in moto meccanismi inflazionistici, obbligando la Federal Reserve a tenere il costo del denaro alto per un periodo più lungo di quanto attualmente previsto. La Banca centrale americana ha iniziato da settembre il ciclo di allentamento ma, grazie alle condizioni di buona salute dell’economia americana e a causa di un’inflazione ancora resistente, probabilmente procederà con molta gradualità nei tagli.
Inoltre, i previsti stimoli fiscali di Trump, con l’abbassamento delle tasse alle società dal 21% al 15%, rischiano di allargare il deficit degli Stati Uniti senza una copertura adeguata, con la conseguenza che l’offerta dei titoli di Stato del Tesoro aumenterebbe mettendo sotto pressione i prezzi.
I prossimi appuntamenti
Gli investitori ora guardano con attenzione ad alcuni appuntamenti chiave prima della chiusura del 2024 e specialmente prima che Trump entri ufficialmente in carica come presidente USA il 20 gennaio 2025. Tali eventi potrebbero impattare sui rendimenti dei Treasury Bond e condizionare il sentiment del mercato.
La prima data da segnare sul calendario è quella del 6 dicembre, quando il Bureau of Labor Statistics rilascerà i risultati sull’occupazione americana nel mese di ottobre, dal quale si evincerà lo stato di salute del mercato del lavoro, che potrebbe avere un’importanza chiave per le prossime decisioni della Fed.
La seconda data da segnare sul calendario è il 18 dicembre, allorché l’Istituto monetario annuncerà le sue decisioni sui tassi di interesse e detterà le linee di politica monetaria per il prossimo anno. Sui mercati c’è indecisione circa le scelte sui tassi Fed che potrebbero essere abbassati ancora di un quarto di punto oppure messi in pausa. È probabile che i dati sull’occupazione saranno dirimenti, ma di certezze ce ne sono davvero poche.