L’accordo sul tetto al debito USA raggiunto dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden e dal presidente della Camera repubblicana Kevin McCarthy potrebbe finalmente mettere fine al tira e molla portato avanti per mesi tra i due schieramenti politici e scongiurare il default del Paese. Tuttavia, non è ancora detta l’ultima parola, perché non sono poche le insoddisfazioni degli esponenti dei Repubblicani. Soprattutto quelli dell’ala più vicina a Donald Trump reputano il compromesso insoddisfacente. “Questo accordo è una follia. Non voteremo per mandare in bancarotta il nostro paese. Il popolo americano merita di meglio”, ha scritto su Twitter Ralph Norman, il Repubblicano della Carolina del Sud.
Mercoledì 31 maggio ci sarà il voto al Congresso e i numeri dovrebbero essere sufficienti per far passare il patto bipartisan, anche perché le eventuali defezioni da parte di alcuni esponenti repubblicani dovrebbero essere compensati dall’appoggio dei Democratici. In gioco vi è la stabilità dei mercati finanziari, che potrebbe essere messa a repentaglio se la legislazione non dovesse passare e il Tesoro si trovasse senza contanti alla data X ora fissata al 5 giugno.
Tetto al debito USA: cosa prevede l’accordo Biden-McCarthy
Ma che cosa si è deciso tra le due fazioni politiche in merito al tetto al debito USA? Sono sei i punti chiave su cui le parti si sono incontrate. Il primo riguarda la sospensione del limite di debito. Il Tesoro avrà mandato di prestito illimitato fino a gennaio 2025, quando il Congresso sarà chiamato nuovamente a legiferare per un altro aumento del debito.
Il secondo fa riferimento alle spese discrezionali. Il disegno di legge stabilisce un limite di 886 miliardi di dollari sulla sicurezza e di 704 miliardi di dollari sulle spese che non riguardano la sicurezza per l’anno fiscale federale 2024. Tali spese salirebbero a un massimo rispettivamente di 895 miliardi e 711 miliardi di dollari nel 2025. Quanto pattuito aumenta del 3,3% la spesa per la sicurezza per il prossimo anno, al di sotto del tasso di inflazione atteso. Tuttavia, rispetto all’accordo del 2011, i tetti di spesa non sono distribuiti in maniera equa tra difesa e non difesa.
Il terzo punto concerne i requisiti di lavoro. Questi verranno applicati per l’assistenza alimentare fino all’età di 54 anni, invece che di 49 anni come è attualmente. Vi sono delle eccezioni importanti per i più anziani e per i senzatetto, che riguarderebbero circa mezzo milione di persone. Entrambi gli schieramenti rivendicano una vittoria: la Casa Bianca perché la disposizione porrebbe fine ai requisiti di lavoro più severi per i buoni alimentari nel 2030 senza ulteriori azioni da parte del Congresso; i Repubblicani in quanto ridurre il numero di persone che ricevono benefici da tali programmi farà risparmiare dollari ai contribuenti.
Il quarto punto chiave si basa sui permessi energetici. Il National Environmental Policy Act – legge di 53 anni fa che richiede revisioni federali dei progetti energetici – verrà modificata con il limite di un anno per le valutazioni ambientali e due anni per le dichiarazioni di impatto ambientale, sebbene siano consentite proroghe di tali termini.
Il quinto punto si riferisce alla Mountain Valley Pipeline, il gasdotto multimiliardario che attraversa il West Virginia e che è stato sistematicamente bloccato per questioni relative all’ambiente. Gli sviluppatori del progetto hanno affermato che l’opera è completata per il 94%, ma che richiede permessi per costruire attraverso corsi d’acqua e habitat protetti. L’accordo tra Biden e i Repubblicani darebbe il via libera alla costruzione.
L’ultimo punto allude al finanziamento dell’Internal Revenue Service (IRS). Con il compromesso, verranno reindirizzati 20 miliardi di dollari degli 80 miliardi di finanziamenti IRS aggiuntivi nei prossimi 10 anni stabiliti dall’Inflation Reduction Act. Tale denaro – che era destinato a migliorare il sevizio clienti e a combattere l’evasione – sarà invece utilizzato per altre spese che non riguardano la difesa.