La sterlina è salita al livello più alto rispetto al dollaro USA degli ultimi 10 mesi. Il cambio GBP/USD ha superato quota 1,25. Bisogna risalire a giugno del 2022 per trovare valori simili. Anche rispetto all’euro la valuta britannica ha guadagnato posizioni negli ultimi giorni, con il cross EUR/GBP scivolato al di sotto di 0,88. Ciò che sta guidando i trader verso la sterlina è la differenza di prospettive dell’economia britannica in confronto a quelle americana ed europea. In sostanza, i dati macroeconomici della Gran Bretagna rilevano che il paese sta mostrando una certa resilienza, mentre l’inflazione ancora viaggia sopra il 10%. Questo fa pensare che la Bank of England continuerà ad alzare i tassi d’interesse per combattere il carovita, ben sapendo che ciò non impatterà troppo sull’economia del paese.
Negli Stati Uniti e in Europa la situazione è diversa. L’inflazione si è raffreddata, anche se quella core continua a rimanere forte, ma soprattutto nelle due regioni si è verificata la crisi bancaria di marzo. Il fallimento di tre banche USA, con una quarta ancora in bilico, e il salvataggio di emergenza di Credit Suisse hanno reso più reale la possibiliotà che arrivi una recessione. Di questo probabilmente sono convinte anche la Federal Reserve e la Banca centrale europea, che potrebbero di conseguenza allentare la loro morsa sui tassi. In pratica si potrebbe venire a determinare una divergenza di politica monetaria tra la BoE e le due altre Banche centrali, con la prima più restrittiva e la Fed e la BCE più accomodanti. Tutto ciò andrebbe a vantaggio della sterlina e il mercato sta iniziando a scontarlo.
Sterlina: ecco cosa pensano gli analisti
Gli analisti risultano nel complesso ottimisti sul percorso della sterlina nei prossimi mesi. Francesco Pesole, analista valutario di ING, ha affermato che la moneta britannica “era probabilmente la valuta che stava scontando una maggiore quantità di timori di recessione tra i suoi pari più stretti” e ora si è rafforzata in quanto quei timori “sono stati gradualmente scontati”. Tra l’altro, la sterlina è stata considerata come “una valuta più protetta rispetto all’euro e al dollaro” dai recenti shock bancari. Quindi, a giudizio di Pesole, “gli operatori prevedono ulteriori aumenti dei tassi da parte della Banca d’Inghilterra nei prossimi mesi, proprio mentre le aspettative di una politica monetaria più restrittiva sono state ridimensionate in Europa e negli Stati Uniti”.
La visione positiva è confermata dagli analisti di Bank of America, che sottolineano come aprile sia storicamente il mese più positivo dell’anno per la sterlina, se si considerano gli ultimi 15 anni. “Questo mese segna la stagione del pagamento dei dividendi, con le società multinazionali quotate nell’indice FTSE 100 del Regno Unito che rimpatriano gli utili dall’estero – e acquistano sterline – per pagare premi agli azionisti”, hanno scritto gli esperti di BofA.
Più cauto l’approccio degli analisti di Goldman Sachs, che il mese scorso che il mese scorso si dichiaravano convinti che fosse troppo presto per essere lunghi sulla sterlina, nonostante “il ritorno alla stabilità politica della Gran Bretagna e le previsioni di crescita in miglioramento sulla scia dei prezzi più bassi del gas naturale”.