Lo spread tra i rendimenti delle obbligazioni societarie e dei titoli di Stato di USA si è ridotto al minimo di quasi 20 anni. Alla chiusura della scorsa settimana è arrivato a 0,83 punti percentuali. Per trovare lo stesso livello bisogna risalire a marzo del 2005. I prezzi delle obbligazioni pubbliche e private sono saliti e i rendimenti scesi nell’ultimo anno, da quando è parso evidente che la Federal Reserve avrebbe iniziato il ciclo di tagli ai tassi di interesse. I prezzi dei bond hanno un rapporto inverso rispetto ai tassi. Quando questi ultimi diminuiscono, le quotazioni aumentano. Ciò accade in quanto i titoli che sono già quotati hanno un maggiore rendimento rispetto a quelli di nuova emissione visto che sono stati emessi quando i tassi di interesse erano più alti. Ciò incrementa la domanda per i primi. Ovviamente vale il discorso opposto nel momento in cui i tassi salgono.
La riduzione dello spread tra rendimenti obbligazionari privati e dei titoli di Stato significa che gli investitori hanno acquistato maggiormente bond societari mostrando una certa propensione al rischio. Il mercato sta scontando che l’economia americana si dirigerà verso un atterraggio morbido dopo due anni in cui la Fed ha dovuto alzare ripetutamente il costo del denaro per combattere l’inflazione galoppante. In altre parole, gli investitori si stanno convincendo del fatto che la Banca centrale riuscirà a domare il carovita senza per questo innescare una recessione che metterebbe in difficoltà le società nella gestione del debito.
I gestori avvertono sui rischi sulle obbligazioni societarie rispetto ai titoli di Stato
In effetti gli ultimi dati macroeconomici negli Stati Uniti hanno dato una palese dimostrazione di economia resiliente, con la produzione industriale e le vendite al dettaglio in aumento, mentre il mercato del lavoro continua a sfoderare numeri solidi. Alcuni investitori però mettono in guardia da un eccesso di ottimismo, soprattutto di fronte a rischi economici persistenti e a possibili turbolenze derivanti dal dopo elezioni USA.
Mike Scott, responsabile dell’high yield globale presso il gestore patrimoniale Man Group, ha affermato che “il mercato è interamente prezzato per un atterraggio morbido”. Secondo Ruben Hovhannisyan, gestore di portafoglio di TCW, “il mercato obbligazionario è in ipercomprato “, quindi “coloro che stanno semplicemente comprando le obbligazioni con la convinzione che tutto sia roseo potrebbero avere una brutta sorpresa”.
Alcuni gestori notano che gli acquirenti non si stanno proteggendo contro l’eventualità di un aumento delle insolvenze perché sono concentrati sul fatto che i rendimenti delle obbligazioni societarie sono più allettanti di quelli dei titoli di Stato. “Gli acquirenti che basano le loro valutazioni sul rendimento stanno acquistando obbligazioni di tutti i tipi. Tuttavia, le valutazioni sono elevate ed è necessario proteggersi nel caso in cui si verifichi un aumento della volatilità“, ha affermato Lauren Wagandt, portfolio manager di T. Rowe Price.