Il secondo acconto IRPEF, una delle scadenze più temute dai titolari di partita IVA, potrebbe subire un ulteriore rinvio per l’anno fiscale 2024. Se tradizionalmente la scadenza è fissata al 30 novembre, quest’anno è stata già spostata al 2 dicembre, in quanto il 30 cade di sabato.
Stiamo parlando della prima delle due proroghe che si profilano all’orizzonte. L’altra è collegata ad un emendamento al decreto fiscale nella Manovra 2025 attualmente in esame presso la Commissione bilancio del Senato che potrebbe concedere più tempo agli autonomi per mettersi in regola con le imposte. Vediamo di cosa si tratta, chi riguarda e a quando potrebbe slittare il pagamento.
Secondo acconto IRPEF, a quando il rinvio del pagamento
Il 13 novembre, durante un’interrogazione parlamentare, è emersa una proposta che potrebbe risolvere i problemi di molti possessori di partita IVA: rinviare la scadenza del secondo acconto IRPEF al 16 gennaio 2025. Un provvedimento rivolto a tutti gli autonomi e i professionisti con ricavi o compensi fino a 170mila euro, che potrebbero finalmente respirare e avviare l’anno fiscale con maggiore serenità.
Ma non è finita qui: l’emendamento al decreto prevede anche la possibilità di rateizzare il pagamento in cinque comode tranche mensili, dal 16 gennaio al 16 maggio 2025. Un’opzione già utilizzata nel 2023 e che ha riscosso un grande successo. Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia, ha confermato che l’iniziativa ha ricevuto il consenso degli intermediari fiscali e dei professionisti, grazie alla flessibilità che offre nella pianificazione delle imposte.
Cosa prevede l’emendamento
Se l’emendamento venisse approvato, i titolari di partita IVA con ricavi o compensi fino a 170mila euro avrebbero a disposizione due alternative per il pagamento del secondo acconto IRPEF:
- Pagamento in un’unica soluzione entro il 16 gennaio 2025;
- Rateizzazione in cinque comode rate mensili, con scadenza il 16 di ogni mese, da gennaio a maggio 2025
Senza ombra di dubbio una grande opportunità per migliaia di autonomi, soprattutto se diamo uno sguardo al passato. Lo scorso anno, infatti, ben 276.277 partite IVA hanno optato per la rateizzazione degli importi, di cui 83.233 soggetti IRPEF e 193.044 contribuenti minimi e forfettari. Un dato significativo che dimostra quanto i professionisti apprezzino la possibilità di dilazionare il pagamento.
Come si versa l’acconto IRPEF, le regole
Il pagamento dell’acconto IRPEF si basa su regole precise, che ogni contribuente deve seguire per evitare sanzioni. Ogni anno, infatti, il titolare di partita IVA è chiamato a versare il saldo relativo all’anno precedente e l’acconto per l’anno in corso, che può essere suddiviso in una o due rate, a seconda dell’importo. Se l’imposta dichiarata supera 51,65 euro, l’acconto deve essere versato in due modalità:
- In un’unica soluzione se l’importo è inferiore a 257,52 euro, con scadenza il 30 novembre (quest’anno il termine è slittato al 2 dicembre);
- In due rate se l’importo è pari o superiore a 257,52 euro:
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- 40% entro il 30 giugno, insieme al saldo dell’anno precedente
- 60% entro il 30 novembre, con scadenza posticipata quest’anno al 2 dicembre
Anche i contribuenti che rientrano nel regime forfettario e quelli soggetti agli Indici sintetici di affidabilità (Isa) seguono le stesse scadenze. Se l’importo complessivo non supera 206 euro, l’acconto viene versato in un’unica soluzione; in caso contrario, si procede con la suddivisione in due rate.
Un rinvio della scadenza potrebbe essere una vera e propria salvezza per i titolari di partita IVA spesso chiamati ad affrontare gli impegni fiscali a ridosso delle festività. Se l’emendamento verrà approvato, gli autonomi avranno una nuova opportunità per affrontare con maggiore tranquillità il 2025, senza la preoccupazione di dover saldare tutto in una sola volta.