Lo scenario è diventato più complesso per i fondi di private credit, rispetto al periodo 2021-2023. Da quest’anno, infatti, sono in aumento i default aziendali. A dirlo è S&P Global Ratings in un recente report sul settore: “I nostri studi sulle insolvenze aziendali e le stime di credito per il mercato medio mostrano entrambi insolvenze e transizioni negative nei rating ai massimi pluriannuali”. A soffrire di più e rischiare una revisione al ribasso del rating saranno tuttavia solo quei fondi che hanno finora utilizzato leve elevate nello svolgimento della loro attività, mentre per gran parte del settore il margine di sicurezza è confortevole.
“Anche se molti enti nel nostro campione hanno un margine di sicurezza confortevole, c’è una parte significativa della popolazione che opera con LTV (loan to value) elevati e margine di sicurezza limitato al ribasso” si legge nel report della società di rating. Questa “minoranza” significativa di fondi di private credit che potrebbe andare incontro a difficoltà è pari a circa un terzo del campione analizzato da S&P. In particolare, nei casi analizzati basterebbero riduzioni del NAV (net asset value o valore delle attività del fondo) del 10% o meno per creare pressioni sul rating. In presenza di prospettive di aumento dei default aziendali, pertanto, il rischio è visto in aumento.
Private credit: boom in esaurimento?
Negli anni tra il 2021 e l’inizio del 2024 gli investitori hanno versato circa 200 miliardi di dollari in questi prodotti, con un aumento sia delle dimensioni dei singoli investimenti, sia della partecipazione degli investitori istituzionali (limited partners). La ricerca di rendimenti da parte degli investitori ha alimentato i flussi verso i fondi di private credit, così come la domanda di finanziamenti a condizioni favorevoli e a costi più bassi è stata spesso trovata al di fuori delle banche e dei mercati dei capitali.
Più di recente, come illustra il rapporto “l’accelerazione dei tassi ha più che raddoppiato i rendimenti di molti asset di credito privato e ha ulteriormente spinto la crescita di questi fondi”. Rispetto ad altri asset dei mercati privati, come il private equity o il venture capital, il forte rendimento degli asset nel debito privato è stato un fattore trainante cruciale per gli investitori. “Il reddito da interessi è ulteriormente aumentato insieme agli aumenti dei tassi di interesse delle Banche centrali, raggiungendo più dell’11% per gli emittenti di prestiti a leva di grado speculativo negli Stati Uniti a metà del 2023. La maggior parte degli asset dell’industria ha rendimenti fluttuanti, il che significa che si adeguano ai tassi. Tuttavia, con l’inizio della riduzione dei tassi globali alla fine del 2024, i rendimenti diminuiranno” spiegano gli analisti di S&P nel report.
Insolvenze ai livelli più alti dal 2009
Il 2024 si è aperto con un marcato aumento delle insolvenze. Per S&P è un campanello d’allarme: “I nostri dati mostrano che le insolvenze nei primi due mesi del 2024 sono state ai livelli più alti dal 2009. All’interno di questo contesto, le insolvenze europee sono più che raddoppiate nei primi due mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023, poiché le imprese vulnerabili hanno ceduto ai pesanti oneri del debito costoso” si legge nel documento. Secondo gli analisti, se da un lato l’aumento dei tassi di interesse si riverbera positivamente sui rendimenti, tuttavia gli investitori dovranno porre un’attenzione maggiore alla qualità degli asset investiti che “si sta normalizzando dopo un periodo favorevole”.
