I Piani di Accumulo del Capitale o PAC rappresentano una forma di investimento utile per soddisfare le esigenze degli investitori che non hanno grandi disponibilità economiche e che vogliono limitare il rischio. L’obiettivo è quello di far crescere gradualmente il capitale nel tempo, attraverso l’utilizzo dei propri risparmi. Entriamo nel dettaglio con una guida che illustra tutte le caratteristiche e il funzionamento dei PAC, nonché i vantaggi che apportano e gli inconvenienti da considerare.
PAC: caratteristiche e funzionamento
I PAC sono una strategia fondata su una serie di versamenti periodici in quota fissa su fondi a intervalli regolari – che possono essere mensili, trimestrali, semestrali o annuali – mediando le oscillazioni dei mercati nei loro diversi cicli. Tutto ciò permette di sfruttare la diversificazione temporale, tenendo presente che il risparmiatore in qualsiasi momento può sospendere i versamenti e riscattare in toto o in parte il capitale nel frattempo accumulato.
L’idea di investimento è la medesima del Dollar Cost Averaging, una formula che permette di acquistare a cadenze regolari un certo numero di azioni utilizzando la stessa quota di risparmio. Il beneficio della strategia si ottiene quando il mercato si sarà stabilizzato, perché si acquisteranno meno asset quando i prezzi sono alti e di più quando le quotazioni sono basse.
In genere, i consulenti finanziari che suggeriscono i PAC per i propri clienti, consigliano di pianificare i versamenti sulla base delle entrate e delle uscite nel tempo previste del risparmiatore. Quest’ultimo può scegliere per quanto tempo portare avanti il piano, ma solitamente gli viene consigliato un orizzonte temporale non inferiore ai 5 anni, in modo da dare il tempo al mercato di completare i suoi cicli positivi e negativi. Sull’entità della rata periodica, normalmente il versamento ideale è di circa il 20%-30% del proprio reddito percepito. A volte, l’intermediario finanziario chiede un importo iniziale corrispondente a un certo numero di mensilità.
PAC: tipologie
Abbiamo detto che l’investimento delle quote fisse periodiche va indirizzato nei fondi. Vi possono però essere due tipologie al riguardo:
- i fondi PAC, in cui il risparmiatore si impegna in modo non vincolante a un versamento automatico di una somma, che può interrompere e riprendere quando lo desidera. L’investimento nei fondi PAC presenta il grosso inconveniente delle commissioni molto elevate, che finiscono per ridimensionare parecchio l’eventuale performance positiva del piano;
- gli ETF PAC, dove viene effettuato l’acquisto periodico di ETF a scadenze regolari. Per beneficiare della tassazione, una strada è quella di utilizzare gli ETF ad accumulazione, che comportano il reinvestimento automatico dei proventi. Rispetto ai fondi PAC, gli ETF PAC presentano l’indubbio vantaggio dei costi commissionali più contenuti.
PAC: la differenza con i PIC
Il PAC si distingue nettamente dal PIC, o Piano di Investimento del Capitale. Quest’ultimo consiste nell’investimento in un’unica soluzione di una somma di denaro, ottenuta per esempio da liquidazione, donazione, eredità, ecc. I PIC permettono di sfruttare meglio i movimenti positivi del capitale, essendo dotati di una cifra maggiore. I PAC però limitano il rischio, dal momento che spalmano l’investimento nel tempo. Inoltre, rispondono all’esigenza di investimento quando non si hanno grandi risparmi immediati da impiegare. Le due formule possono anche coesistere. Non è escluso che si possa partire con un PIC, in quanto si detiene già da subito una certa somma da investire, per poi procedere con versamenti regolari e periodici attraverso i PAC.
Vantaggi e svantaggi
Come tutte le formule finanziarie che si possono adottare, anche i PAC presentano benefici e inconvenienti. Il principale vantaggio consiste nella capacità di diversificazione del rischio, rimanendo attivi in qualsiasi fase del mercato e sfruttando la volatilità. Ciò è tanto più vero quanto più il mercato si muove nelle due direzioni di rialzo e discesa. Il secondo grande vantaggio riguarda il fatto che il risparmiatore può impegnarsi con piccole somme periodiche sulla base delle disponibilità del momento, senza lo stress di aver utilizzato tutti o gran parte dei propri risparmi. In terzo luogo, l’investitore si stacca dal trend del mercato e accantona costantemente una quota di capitale che ha l’obiettivo di accrescere nel lungo periodo.
Lo svantaggio più importante deriva dai costi che, soprattutto se riguardano i fondi, sono molto pregiudizievoli sul rendimento finale. Inoltre, se il mercato si muove poco o sale lentamente, i PAC non risultano molto efficienti per via di acquisti a prezzi poco convenienti.