Il rally delle obbligazioni USA nel quarto trimestre 2023 ha evitato la terza perdita annuale consecutiva del mercato del reddito fisso. I guadagni in conto capitale sono arrivati sull’aspettativa che la Federal Reserve taglierà i tassi di interesse in maniera importante nel 2024 a seguito del raffreddamento dell’inflazione e dell’economia americana. In particolare, la Banca centrale USA ha promesso tre sforbiciate al costo del denaro di 25 punti base ciascuna, ma il mercato dei futures sul tasso di riferimento Fed prezza una riduzione di 150 punti base complessivi, ovvero il doppio rispetto a quanto previsto dall’autorità monetaria. Oggi i rendimenti dei titoli di Stato a 10 anni viaggiano intorno al 3,83%, il livello più basso dal mese di luglio e ben lontano dal picco del 5,02% di ottobre.
Obbligazioni USA: cosa aspettarsi per il 2024
Gli acquisti di questa ultima parte d’anno hanno trasmesso grande fiducia negli investitori in prospettiva. Dall’ultimo sondaggio di Bank of America sui gestori di fondi risulta che gli operatori di mercato stanno mantenendo la più grande posizione in sovrappeso in obbligazioni nel portafoglio dal 2009.
Investire oggi nelle obbligazioni USA potrebbe essere molto remunerativo, sia perché si possono ottenere ancora buoni rendimenti cedolari, sia perché il taglio dei tassi di interesse potrebbe far salire i prezzi dei titoli, generando guadagni sotto forma di plusvalenze. “Dal punti in cui ci troviamo è possibile ottenere rendimento e probabilmente anche una plusvalenza” ha detto Eoin Walsh, partner e gestore di portafoglio di TwentyFour Asset Management. L’esperto ha sottolineato come l’aumento dei rendimenti nel 2023 significhi che il reddito fisso può offrire il meglio dalla cedola e dal potenziale apprezzamento del capitale.
In un rapporto sulle prospettive pubblicato all’inizio di questo mese, Vanguard ha affermato che “le obbligazioni sono tornate”. Il secondo più grande gestore patrimoniale al mondo prevede che le obbligazioni statunitensi renderanno il 4,8%-5,8% nel prossimo decennio, rispetto all’1,5%-2,5% previsto prima dell’inizio del ciclo di rialzo dei tassi lo scorso anno.
Quali rischi per il 2024?
Il percorso rialzista del mercato obbligazionario però non sarà privo di ostacoli. Ci sono almeno tre fattori che possono remare contro. In primo luogo il fatto che il mercato abbia scontato gran parte del taglio dei tassi Fed. Alcuni ritengono che il calo di oltre 100 punti base dei T-Note da ottobre rifletta già le aspettative sui tassi. Questo vuol dire che se la Banca centrale americana non tagliasse abbastanza o abbastanza rapidamente, le obbligazioni potrebbero subire pressioni in vendita. “Più i mercati si muovono per prezzare i tagli, meno urgenza la Fed dovrebbe sentire nel realizzarli in quanto il comportamento dei mercati sarebbe già un allentamento di per sé” ha detto Jeremy Schwartz, economista statunitense di Nomura.
Il secondo fattore di rischio è la preoccupazione che ci possa essere un rimbalzo della crescita con i rendimenti in calo e un risveglio dell’inflazione, il che implica che la Fed possa ritardare il taglio dei tassi.
Infine non va trascurata l’aspettativa di un aumento dell’offerta obbligazionaria per via degli ampi disavanzi fiscali. Ciò si incrocia con un calo della domanda da parte della Fed e dei grandi investitori come la Cina che tagliano le partecipazioni nei titoli di Stato americani. Di conseguenza gli investitori potrebbero richiedere una remunerazione maggiore per coprire l’eccesso di offerta, spingendo in basso le quotazioni dei titoli.