Il salvataggio di Credit Suisse attraverso la fusione con il rivale UBS ha richiesto l’eliminazione di ben 16 miliardi di franchi di obbligazioni AT1. L’ordine è partito dall’autorità di regolamentazione finanziaria Finma e ha scatenato un mare di polemiche e di proteste da parte degli investitori. La decisione del regolatore ha destato grandi perplessità perché ha contravvenuto alla regola generale che vuole che, in caso di fallimento, sono gli azionisti a sostenere per primi le perdite dell’azienda rispetto agli obbligazionisti. Ma cosa sono le obbligazioni AT1 e quando e perché vengono emesse? Scopriamolo con una guida che illustra il funzionamento e le caratteristiche di questo tipo di bond.
Obbligazioni AT1: definizione e caratteristiche
Le obbligazioni AT1 stanno per Additional Tier One e rappresentano strumenti di debito finanziario emessi da una banca che hanno il rating di credito più basso per i titoli di debito. Tali bond sono perpetui, ossia sprovvisti di scadenza, e prevedono la possibilità di rimborso in ogni momento del capitale. Qualora l’emittente si trovi in una condizione di crisi che mette a rischio la solvibilità, le cedole possono essere annullate, con il capitale che viene convertito in azioni della banca in via temporanea o definitiva. Perché si attivi questo meccanismo, è necessario che il coefficiente patrimoniale CET1 dell’emittente scenda al di sotto di un certo livello (o trigger), che di solito oscilla tra il 5,125 e il 7%, a seconda del regolatore nazionale.
Il CET1 ratio è il diminutivo di Common Equity Tier 1 ratio ed esprime il rapporto tra il capitale ordinario versato nell’istituto (Tier1) e le attività ponderate per il rischio. In buona sostanza, il CET1 ratio indica la misura attraverso cui con le proprie risorse una banca garantisce i prestiti concessi alla clientela, i quali vengono pesati in funzione del loro grado di deterioramento. In sostanza, quindi, gli obbligazionisti partecipano alle perdite della banca se questo indicatore patrimoniale scende al di sotto di un certo livello.
Le obbligazioni AT1 sono state oggetto di regolamentazione dopo la grande crisi del 2008, in cui le Banche centrali hanno obbligato gli istituti di credito a rigidi criteri patrimoniali in modo da mantenere una certa stabilità nel tempo, indipendentemente dallo scenario macroeconomico che si presentava.
I rischi
Di base, le obbligazioni AT1 presentano i classici rischi di qualsiasi titolo a reddito fisso, ossia relativi ai tassi d’interesse e all’emittente. Il problema è che rispetto alle obbligazioni tradizionali vi è la subordinazione del pagamento in caso di estinzione e liquidazione dell’ente emittente. È un po’ quello che è successo con la fine di Credit Suisse, dove i titolari delle obbligazioni AT1 hanno visto il loro credito annullarsi, sopportando le perdite derivanti dal fallimento della banca.
Un altro rischio da considerare è relativo alla struttura perpetua del bond, con la possibilità per l’emittente di esercitare il rimborso in qualsiasi momento. Questo potrebbe essere pregiudizievole per un investitore, soprattutto se le condizioni di mercato non sono ideali per il reinvestimento del capitale ottenuto. In compenso, normalmente le obbligazioni AT1 presentano un rendimento superiore in confronto a quelle tradizionali.