L’ultima trimestrale di Meta Platforms ha portato alla ribalta un argomento che ormai è diventato incandescente: il metaverso. Forse quando è stato lanciato l’anno scorso in molti avevano sottovalutato l’impatto che avrebbe avuto nei conti dell’azienda, sebbene la società sia stata chiara fin da subito. Si sarebbe trattato di un investimento da 10 miliardi di dollari l’anno, il cui ritorno ci sarebbe stato nel lungo periodo. Oggi però il gigante social sta attraversando problematiche serie sul fronte del core business, ovvero sulla pubblicità che rappresenta il 98% dell’attività aziendale e che mostra chiari segni di caduta.
A questo punto l’investimento molto oneroso sul metaverso pesa come un macigno e quindi si erge il problema della tempistica. In buona sostanza, gli investitori si chiedono: quanto tempo realmente occorre affinché si vedano i risultati di questo grande progetto? E varrà veramente la pena alla fine aspettare, nel senso che il ritorno sarà consono alle attese? O alla fine tutto quanto si dissolverà in una bolla d’aria? Vediamo di rispondere a questi e altri quesiti focalizzandoci su quattro aspetti cardine.
Metaverso: come funzionerà?
Il metaverso metterà insieme tutta una serie di tecnologie che hanno a che fare con i giochi, le videoconferenze, le criptovalute, il live-streaming, le e-mail, la realtà virtuale e i social. Tutto quanto servirà per vivere a livello immersivo le stesse cose che si vivono nella realtà di tutti i giorni. Come quando si acquista un quadro e lo si appende nell’appartamento della propria casa, allo stesso modo si compra un’opera d’arte digitale attraverso i token non fungibili e la si visualizza nella propria casa virtuale che è stata acquistata pagandola con valute digitali.
Tutto questo avviene attraverso un avatar tridimensionale che rappresenta un’immagine della persona. L’avatar potrebbe partecipare ad esempio ad una riunione virtuale dell’ufficio dove lavora. Finita la riunione potrebbe comprare dei biglietti per un concerto virtuale e farvi parte. La testa del suo avatar comparirà tra centinaia o migliaia di teste tra il pubblico numeroso. Nei paraggi vi sono anche delle bancarelle dove è possibile comprare degli oggetti legati al concerto, come ad esempio una maglietta da indossare o da regalare a qualcuno che la utilizzerà per il proprio avatar. Tutto in forma virtuale, ma assolutamente realistica. Affinché questo funzioni alla perfezione è necessario che ogni sistema costruito da un provider renda compatibili e trasferibili le varie risorse che sono coinvolte nel meccanismo di comunicazione.
Metaverso: quando entrerà in funzione?
La costruzione del metaverso è ancora in una fase embrionale. Ci potrebbero volere anche 15 anni affinché si possa parlare di un mondo virtuale coeso. Oggi si possono acquistare token crittografici nelle piattaforme virtuali, partecipare a conferenze in VT utilizzando vFairs o far indossare vestiti a un proprio avatar attraverso il camerino 3D di Sizebay. Tuttavia, siamo lontani dall’immaginario di Zuckerberg, dove i vari sistemi sono interoperabili. Alcuni come l’Amministratore Delegato di Microsoft Satya Nadella sostengono che non ci sarà un solo metaverso centralizzato, ma un mondo fatto di più metaversi. Perché si possa parlare di un qualcosa degno di questo nome è necessario poi che la connessione a internet sia ultraveloce per gestire un incredibile flusso simultaneo di dati, ma ad oggi le connessioni wireless non sono ancora in grado di farlo.
C’è interesse tra il pubblico?
Come per tutte le cose rivoluzionarie è necessario un processo naturale fisiologico perché le persone metabolizzino la novità. Fino ad ora alcuni segnali non sono tra i più confortanti. La divisione di realtà virtuale di Meta Platforms produce cuffie dal 2014 e ha registrato pesanti perdite, con entrate che sono una minuscola parte del core business dell’azienda. Gli investitori stanno anche fuggendo dai fondi metaverse, che hanno riportato deflussi importanti da quando Mark Zuckerberg ha lanciato il progetto. I dubbi sono tanti, perché parecchi non vedono le ragioni per cui ad esempio bisognerà passare da una videoconferenza con Zoom a riunioni in VR dove le persone possono accusare sensazioni di vertigini e nausea.
Metaverso: e se avrà successo?
Se il metaverso avrà il successo che Zuckerberg auspica sarà un’autentica rivoluzione non solo nel modo di vedere il Web, ma anche e soprattutto nelle relazioni tra le persone e nel modus comportamentale delle stesse. In tal caso ognuno vivrebbe come una sorta di vita parallela attraverso un computer, staccandosi sempre più da quella reale fino quasi a sostituirla. Questo potrebbe anche portare a forme deviate di dipendenza, i cui possibili effetti negativi dovranno essere valutati con molta attenzione. Il valore economico del mercato è difficile da quantificare. Fino ad alcuni mesi fa si parlava di poche centinaia di miliardi di dollari, ma ora le stime arrivano a superare i 12 mila miliardi. Quanto sarà il ritorno è anche rapportato al tempo che occorrerà per aspettare. Ne vale la pena farlo? Lo sapremo tra qualche anno.