Un luglio e un agosto torridi saranno seguiti da un settembre con temperature al di sopra della media e possibili eventi atmosferici rilevanti quali trombe d’aria e tempeste “Medicane”, dalla contrazione di Mediterranean hurricane, uragani mediterranei. Questa l’analisi del meteorologo Mattia Gussoni di ilMeteo.it. Le previsioni della meteorologia vanno sempre prese con il beneficio del dubbio ma la presenza di El Niño nelle acque dell’Oceano Pacifico tropicale, centrale e orientale, si è già fatta sentire nei mesi scorsi e ha impattato sulla produzione di materie prime agricole, sensibili agli andamenti climatici.
L’impatto è però differente a seconda dell’area dove avvengono le coltivazioni. Ciò favorisce alcune produzioni a scapito di altre con i conseguenti effetti sui prezzi. Secondo gli ultimi aggiornamenti dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm), al 90% El Niño farà sentire i suoi effetti per tutta la seconda metà del 2023. Aneeka Gupta, direttore della ricerca macroeconomica di WisdomTree ha analizzato gli impatti del fenomeno atmosferico su alcune materie prime agricole.
El Niño: perché influenza anche l’Europa
El Niño consiste in un riscaldamento anomalo delle acque dell’Oceano Pacifico orientale, fino a 1,5-3 gradi secondo gli esperti della National Oceanic Atmospheric Administration (Noaa). I suoi effetti climatici si scaricano principalmente nei paesi circostanti e quindi sul Sudamerica. In pieno inverno (mese di agosto per l’emisfero australe) le temperature in alcune aree del continente (Cile e Argentina) hanno raggiunto picchi di 35 gradi e temperature record.
Al fenomeno atmosferico si aggiunge, secondo gli esperti, l’effetto del riscaldamento climatico. Questo si è potuto apprezzare nel corso del 2022 quando in regime di La Niña – raffreddamento delle acque del Pacifico e temperature più basse a livello globale – si è vissuto l’anno più caldo di sempre. El Niño raggiungerà l’apice verso la fine del mese di dicembre – viene chiamato El Niño per la corrispondenza con il periodo natalizio – e pertanto i meteorologi si attendono una prosecuzione di temperature più alte della media in Europa associate a fenomeni atmosferici estremi. Anche se il responsabile più diretto delle ondate di caldo che si sono vissute quest’estate è l’Anticiclone africano che tende a spostarsi e permanere più a nord, l’effetto è accresciuto dalla presenza di El Niño.
Materie prime agricole: l’effetto sulle quotazioni
La coltivazione dei prodotti agricoli è sensibile alle condizioni meteorologiche. Ad esempio, El Niño potrebbe favorire alcune colture, ma danneggiarne allo stesso tempo altre. Tra le materie prime agricole che potrebbero avere effetti negativi da El Niño – con conseguente aumento dei prezzi – ci sono secondo Aneeka Gupta il cacao, l’olio di soia, lo zucchero e i cereali mentre effetti positivi (e quindi un calo dei prezzi) potrebbero registrarsi su cotone e caffè.

“Abbiamo analizzato i prezzi delle materie prime agricole nel corso degli ultimi 11 episodi di El Niño, tornando indietro agli anni ’60. In 8 degli ultimi 11 episodi, 6 mesi dopo l’inizio di El Niño, il grano, l’olio di soia e il cacao hanno registrato un aumento medio rispettivamente pari al 14%, 6% e 16%. In 9 degli ultimi 11 eventi, i prezzi dell’olio di soia e del cacao sono saliti” ha commentato il direttore della ricerca macroeconomica di WisdomTree. Ecco come sono variati i prezzi delle materie prime citate dall’inizio dell’anno. È necessario ricordare che sull’andamento ha influito anche la guerra tra Russia e Ucraina.
- Cacao: +33%
- Olio di soia: -0,9%
- Zucchero: +38%
- Frumento: -22%
In particolare, sul cacao influisce la siccità portata da El Niño durante i mesi più importanti per la coltivazione sulle coste dell’Africa occidentale. Nel continente africano viene prodotto il 70% del cacao globale. “Nella stagione 2023/2024, il mercato del cacao dovrebbe registrare un deficit per il terzo anno, che dovrebbe sostenere i relativi prezzi” aggiunge Gupta.