Il marco tedesco dominava nel mercato valutario europeo prima dell’entrata in vigore il 1° gennaio 1999 dell’euro, che fu creato sull’impronta della moneta della principale potenza europea. Uno degli obiettivi della nascita della moneta unica era proprio quello di mitigare lo strapotere dell’economia tedesca, cercando di livellare le economie del blocco dell’eurozona. In realtà, non si può dire che l’obiettivo sia stato raggiunto, in quanto l’assenza di una valuta forte rispetto alle altre come era il marco ha reso più competitivi i prodotti della Germania e favorito le esportazioni tedesche, facendo crescere il PIL del paese più degli altri. Ripercorriamo quindi la storia del marco tedesco, della sua evoluzione fino a diventare moneta leader in Europa e di come è sparita insieme a tutte le altre divise.
Marco tedesco: origine, storia e sviluppi
Il marco tedesco, o Reichsmark, nacque ufficialmente il 4 dicembre del 1871 e fu figlio della guerra di un anno prima tra la Prussia e la Francia. I tedeschi riuscirono a spuntarla sulle truppe di Napoleone e costrinsero i transalpini a firmare un trattato che li obbligava a pagare esosi danni di guerra in oro francese. Da lì nacque la moneta tedesca garantita appunto dall’oro versato dai francesi, creando le basi per un grande progresso economico della Germania, la quale aumentò la popolazione da 40 a 68 milioni fino al 1914 e soprattutto si trasformò da paese agricolo a industriale. Il Reichsmark cominciò a circolare nel luglio del 1873, sostituendo varie monete locali che venivano usate prima di allora, ossia il tallero prussiano, il fiorino bavarese, il marco banco di Amburgo e le monete comunitarie: la Vereinsmünze e la Vereinsthaler.
Durante la prima guerra mondiale, la moneta tedesca circolò in regime di corso forzoso e si inflazionò drammaticamente con la sconfitta della Germania, iniziando una corsa vertiginosa verso l’annullamento del suo valore. Con la seconda guerra mondiale e la fine del III Reich, arrivò anche la fine del Reichsmark. Il marco però continuava a esistere e il 21 giugno 1948 nacque il Deutsche Mark, per evitare che nella Repubblica di Weimar si verificasse una situazione di inflazione galoppante simile a quella della fine della prima guerra mondiale.
La prima serie fu emessa dalla Bank deutscher Länder nel 1948 e 1949. Dal 1950 l’iscrizione Bundesrepublik Deutschland (Repubblica Federale di Germania) apparve sulle monete. Tuttavia, la nuova moneta fu stampata in segreto negli Stati Uniti ed era valida solo nei territori occupati dagli alleati. La mossa fu approvata dal responsabile economico tedesco Ludwig Erhard, che in seguito diventò Cancelliere della Repubblica Federale tedesca. Il segreto venne mantenuto per il tempo necessario a curare ogni dettaglio dell’operazione, destinata a cambiare il volto non solo economico della Germania. L’operazione fu orchestrata dai servizi segreti statunitensi e prevedeva la stampa di un primo quantitativo in territorio americano, che raggiunse il porto tedesco di Bremerhaven il 25 novembre 1947. Il vecchio Reichsmark fu scambiato con la nuova moneta attraverso un rapporto uno a uno.
Nella Germania dell’Est, controllata dall’Unione Sovietica, invece circolava l’Ostmark, per cui come esistevano due Germanie si crearono due valute. Il marco tedesco si rivalutò negli anni al cospetto di altre valute come la lira e il franco francese. Basti pensare che alla fine degli anni ’60 valeva 200 lire e nel decennio successivo quintuplicò il suo valore a 1.000 lire. Poco prima che nel 1989 il muro di Berlino – eretto nel 1961 – crollasse, i tedeschi orientali ottennero il marco tedesco con un cambio alla pari, mentre il rapporto era 10:1 nel mercato nero.
Negli anni ’90 l’Europa realizzò che occorreva una valuta che unificasse tutti gli Stati che intendevano aderire al progetto di Bruxelles di un Continente meno frammentato e più globalizzato. Questa valuta doveva costruirsi a immagine del marco tedesco, come espressione della più forte economia europea. Nacque così l’euro, che segnò la fine di oltre 100 anni di storia della moneta tedesca. Il 1° gennaio 2002 entrarono in circolazione le monete e banconote in euro, ma contrariamente ad altri Paesi, in Germania non si ebbe alcuna fase di doppia circolazione di valute. Tuttavia, le vecchie monete e banconote in marchi possono ancora essere cambiate in euro, senza limite di tempo.
Le quotazioni storiche
Alla sua introduzione nel 1948 il valore del Deutsche Mark fu fissato a una parità aurea di 0,266867 grammi di fino e aveva un cambio di 3,3 per dollaro. Nel settembre del 1949 arrivò una pesante svalutazione, con il marco che perse il 20,6% del suo valore, con la parità con l’oro che fu stabilita a 0,211588 grammi di fino e il cambio con il dollaro che divenne di 4,2 marchi.
Verso la fine degli anni ’50, la moneta tedesca entrò in regime di convertibilità multilaterale in valuta estera – come del resto le altre monete dell’Europa occidentale – e nel 1961 fu rivalutato del 5% valendo 4 marchi per dollaro per effetto degli Accordi di Bretton Woods, che obbligavano a correggere gli squilibri intercorsi nella bilancia dei pagamenti con una variazione del cambio valutario.
In seguito, il marco ottenne altre cinque rivalutazioni: una nel 1969, una nel 1971 e tre nel 1973, arrivando a quotare 2,669 per dollaro. Gli adeguamenti di valore sono stati frenati dalla fine degli Accordi di Bretton Woods, creando effetti distorsivi sulla concorrenza internazionale. Nel frattempo, rispetto alla lira italiana, il marco tedesco era passato da un valore di 200 lire per marco alla fine degli anni ’60 a uno di 1.000 lire per marco nel decennio successivo, fino ad arrivare a un prezzo simile a quello di conversione lira/euro quando fu introdotta la moneta unica.