Poeta, scrittore, autore di film sperimentali, fotografo, giornalista e collezionista prima che artista visivo, Marcel Broodthaers si è espresso attraverso una varietà di tecniche e linguaggi nel corso della sua carriera, tanto che le sue opere più costose vendute all’asta sfuggono spesso e volentieri alle regole del mercato. In occasione di Frieze London 2024, l’importante art week londinese che presenta 160 gallerie da 43 Paesi diversi, i suoi lavori debuttano da Phillips dalla collezione di Jost e Barbara Herbig – i coniugi (lui scienziato e lei designer di gioielli) amici strettissimi di Broodthaers sin dagli inizi degli anni Settanta – in vista di un deciso rilancio.
Marcel Broodthaers: le opere più costose vendute in asta
Nato a Saint-Gilles nel 1924 e scomparso a Colonia nel 1976, Marcel Broodthaers è uno dei maggiori rappresentanti dell’arte concettuale. Definito una “scultura vivente” da Piero Manzoni, vicino a René Magritte, Baudelaire e Mallarmé, tra i padrini della critica istituzionale, Broodthaers è un innovatore complesso e oggi imprescindibile, esploratore delle relazioni profonde tra immagine, parola e oggetto e del rapporto inscindibile tra arte e società. In soli dieci anni di attività, dal 1964 al 1975, si divide fra i più diversi media: dalla scultura all’installazione, dal video ai pannelli e le targhe di alluminio. Le opere dell’artista belga sono piuttosto rare da vedere agli incanti: il 2025 potrebbe essere l’anno dell’exploit definitivo. Ecco la Top 5 di quelle dalle performance migliori nelle vendite all’asta.
Moules sauce blanche
La demistificazione e la critica alle istituzioni sono la cifra di Broodthaers. Uno dei suoi primi e più importanti motivi, nonché la sua creazione più celebrata, è la pentola per cozze: un’immagine iconica e indimenticabile (la funzione dell’oggetto dà origine alla sua forma) che mette in discussione la validità dell’arte in un mondo capitalista che trasforma qualsiasi cosa in merce vendibile. Risalente al 1967, la casseruola di metallo dipinta e ripiena di mitili è accompagnata da una poesia, La Moule, che identifica la cozza con la muffa. Nel novembre 2000 nell’asta Post-War da Christie’s a New York fa alzare le palette fino a 358.500 dollari.

Armoire blanche et table blanche
Set di mobile e tavolo in legno, olio e gusci d’uovo, questa scultura del 1965 anticipa l’avventura del Musée d’Art Moderne-Départemente des Aigles, un museo fittizio che dal 1968 al 1972 funziona come vera e propria istituzione di cui l’artista stesso si autoproclama direttore e curatore. Broodthaers utilizza spesso materiali trovati o di scarto, prediligendo proprio i gusci che considera “privi di contenuto se non l’aria”. Utilizzando mobili dall’aspetto antico e materiali organici, lancia una critica feroce all’esposizione museale. Prima di finire al MoMA, l’installazione è all’asta da Christie’s a Londra nel luglio 1992: risultato 396.250 sterline.

Surface de moules (avec sac)
Ancora l’umile cozza è protagonista di questo pannello realizzato nel periodo tra il 1966 e il 1974: l’inconfondibile frutto di mare è l’oggetto simbolo di un’arte che deve essere incontaminata da quella che è la minaccia dilagante del consumismo occidentale, di un’estetica semplice ma provocatoria. La sua forma pura e perfetta è come il suo ciclo di vita: autonomo, capace di secernere il guscio e sostenersi senza dover dipendere da un’altra creatura vivente. Quest’assemblaggio di decine di gusci è all’asta da Christie’s a Londra nella Post-War and Contemporary Art Evening Auction del giugno 2012: il martello si ferma a 433.250 sterline.

Poêle de moules
È il 1965 e Broodthaers ha deciso “a tavolino” da un paio d’anni di dedicarsi all’arte. Questa pentola traboccante di gusci di magici molluschi fa parte di un gruppo di sculture che segnano la carriera dell’artista concettuale belga. Gli oggetti della vita quotidiana cominciano a diventare meditazioni poetiche e beffarde sulla natura dell’arte e del linguaggio. L’opera viene esposta in due grandi retrospettive che viaggiano tra diversi musei a livello internazionale tra il 1989 e il 1992. Nel maggio 2017 Christie’s la inserisce nel Post-War and Contemporary Art Evening Sale a New York dalla collezione di Emily e Jerry Spiegel: prezzo di vendita 439.500 dollari.

Die Welt – Série de neuf tableaux en langue allemande
Chiusa l’esperienza del museo fittizio, Roodthaers entra nel suo periodo décor e della salle, fatto di sculture spazzializzate e dialoganti con l’ambiente circostante. Nel 1973 dedica a scrittori, poeti e filosofi una serie di opere tra cui queste nove tele sulla cui superficie monocroma bianca è stampato un testo in tedesco, ma in modo leggermente diverso fra una tela e l’altra. Le immagini e le parole possono essere confrontate e associate: in questo caso, i nomi e le date sono quelle di Kant, Goethe, Beethoven, Hegel, Hölderlin, Marx e Nietzsche. Una ricerca elegiaca della bellezza passata, quella tedesca distrutta dalla Seconda guerra mondiale. L’opera, passata in asta da Pierre Bergé a Parigi nel 2009, rimane invenduta e arriva da Lempertz a Colonia nel giugno 2020, dov’è aggiudicata per 620.000 euro: il top lot della serata e ad oggi l’opera più costosa di Broodthaers venduta all’asta.

Fuori dalla Top 5 meritano una segnalazione altre sei opere di Marcel Broodthaers battute a prezzi notevoli. Culture Internationale, John Dillinger del 1974 è venduta da Sotheby’s nell’ottobre 2016 a 197.000 sterline, Casserole de moules avec ficelles del 1967 da Christie’s nel febbraio 2016 a 206.500 sterline. Da Sotheby’s nell’ottobre 2019 tocca a Le Corbeau et le Renard del 1967 per 212.500 euro. Abbildung del 1973 tocca quota 218.500 sterline nel giugno 2013. Sempre da Sotheby’s, infine, Pyramide d’Oeufs e Peinture a l’oeuf, entrambi del 1966, passano per rispettivamente 254.000 euro nel marzo 2023 e 252.000 sterline nell’ottobre 2020.