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La strategia 60/40 è tornata a funzionare, ecco perché – BorsaNews24

2025/02/18 1

La strategia 60/40 è tornata a funzionare. Dopo un periodo in cui il modello ha fatto acqua per via di alcuni fenomeni molto particolari accaduti negli ultimi anni, ora sembra che si sia raggiunto l’equilibrio sperato. La strategia prevede la costruzione di un portafoglio con il 60% delle azioni e il 40% di obbligazioni. Il presupposto sta nel fatto che durante le fasi in cui il mercato azionario crolla, le perdite sono attutite da una risalita del mercato obbligazionario. In sostanza, le obbligazioni fanno da tampone alle discese delle azioni, poiché tendono a muoversi in direzione opposta.

La correlazione tra i due asset deve essere negativa affinché la strategia 60/40 abbia senso. Per circa due decenni ciò è avvenuto puntualmente, ma negli ultimi due anni il meccanismo si è inceppato. L’avvento dell’inflazione ha costretto le Banche centrali a partire dal 2022 ad alzare i tassi di interesse e ciò ha fatto crollare sia le azioni che le obbligazioni, con un’anomala correlazione positiva di 0,8 dei due asset. In quell’anno, il portafoglio 60/40 ha realizzato una performance negativa del 17%, la peggiore dalla grande crisi del 2008. Ora il quadro sembra mutato. Nei primi tre giorni di contrattazioni di questo mese, culminati con il grande crollo delle Borse del 5 agosto, l’indice S&P 500 ha perso circa il 6%, mentre i titoli di Stato USA hanno guadagnato quasi il 2%. Ciò significa che la componente obbligazionaria del portafoglio è riuscita a contenere il passivo azionario.

Cosa è cambiato rispetto allo scivolone delle Borse del 2022? All’epoca si era creata una sorta di distorsione del mercato per effetto dell’inflazione da offerta, ma l’economia non era in recessione. Anzi, gli Stati Uniti scoppiavano di salute sia sul versante della crescita che su quello del mercato del lavoro. L’effetto post-Covid e la guerra Russia-Ucraina avevano però determinato un incredibile rincaro dei prezzi, in particolare delle materie prime, che ha costretto le Banche centrali ad alzare i tassi affondando le Borse. Oggi invece cominciano a soffiare i venti recessivi – soprattutto dopo l’ultimo rapporto sull’occupazione USA riferito al mese di luglio – e il mercato si aspetta che la Federal Reserve tagli i tassi di interesse. In un contesto del genere, le obbligazioni fanno meglio il loro lavoro e la strategia 60/40 risulta più efficace.

 

Strategia 60/40: quali aspettative

Lo schema 60/40 sarà messo alla prova nelle prossime settimane di agosto in quanto, nonostante il calo della liquidità per via del periodo vacanziero, ci saranno almeno tre eventi in grado di mettere pressione ai mercati: la lettura dell’inflazione USA il 14 agosto; l’intervento del presidente della Fed, Jerome Powell, al simposio di Jackson Hole il 23 agosto; la trimestrale di Nvidia il 28 agosto.

George Curtis, gestore di portafoglio presso TwentyFour Asset Management, ha iniziato ad aggiungere titoli del Tesoro alcuni mesi fa, per effetto dei rendimenti più elevati che offrono ora e dell’aspettativa che il rapporto azioni-obbligazioni tornasse con il calo dell’inflazione. “Abbiamo comprato debito pubblico”, ha dichiarato.

Gregg Abella, gestore di fondi presso Investment Partners Asset Management, ha affermato che i clienti stanno chiedendo se questo sia un buon momento per comprare obbligazioni, segno evidente del fatto che l’interesse verso il reddito fisso è crescente con le tensioni in corso nei mercati finanziari. “Finalmente la ragione delle obbligazioni sta emergendo”, ha detto Abella.

Anche Daniel Ivascyn, chief investment officer di Pacific Investment Management Co., punta sulle obbligazioni come scudo di fronte a un’eventuale recessione. “Con l’inflazione in calo e con i rischi molto più bilanciati o addirittura inclini a temere un rallentamento economico più significativo, riteniamo che le obbligazioni mostreranno più delle loro caratteristiche difensive”, ha dichiarato.

Una voce fuori dal coro invece è quella di Bill Eigen, gestore di JP Morgan Strategic Income Opportunities Fund da 10 miliardi di dollari. A suo avviso, l’inflazione non è abbastanza contenuta e l’economia non è sufficientemente debole perché l’allentamento della Fed sia importante. “I tagli dei tassi saranno piccoli e incrementali”, ha detto. “Il problema più grande per le obbligazioni come copertura è che abbiamo ancora un contesto inflazionistico”.

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