La Banca nazionale svizzera (BNS) ha tagliato i tassi di interesse dello 0,25%, portandoli all’1,25%, mantenendo la posizione guida tra le Banche centrali delle economie avanzate nel percorso di allentamento della politica monetaria. L’istituto con sede a Zurigo aveva già ridotto il saggio di sconto a marzo, prima a muoversi. La decisione di tagliare, oggi come nella precedente occasione, è legata alle dinamiche che legano strettamente l’economia della Svizzera con quella europea.
La mossa non era completamente scontata dai mercati. Fino a due settimane fa le probabilità che i tassi di interesse venissero ridotti dalla BNS erano più basse. Tuttavia l’impennata del franco nei confronti dell’euro seguita ai risultati delle elezioni europee e alla crisi politica in Francia, hanno convinto la Banca nazionale svizzera ad agire.
Come ha reagito il franco alla decisione della BNS sui tassi di interesse
Sul mercato valutario la mossa della BNS si è sentita immediatamente. Il cambio tra euro e franco svizzero (EUR/CHF) è salito da 0,9487 a 0,9547 nella mezz’ora successiva alla comunicazione del taglio. Un rialzo dello 0,6% a favore dell’euro che compensa solo in minima parte quanto perso a partire dal 10 giugno scorso.
Osservando il quadro grafico giornaliero del cambio EUR/CHF, peraltro, la svalutazione dell’euro è iniziata lo scorso 27 maggio. Allora il cross si trovava in area 0,99. Che la variabile cambio sia rilevante per la BNS lo testimonia anche il comunicato che accompagna la decisione. “La Banca nazionale ribadisce inoltre le propria disponibilità ad agire all’occorrenza sul mercato dei cambi”. In occasione di una conferenza internazionale della Banca della Corea del Sud, il dimissionario presidente Thomas Jordan aveva affermato che esistesse un “piccolo rischio al rialzo” per l’inflazione dovuto a un franco più debole.
Il cambio EUR/CHF – Fonte: Bloomberg. Candele e 30 minuti.
Le previsioni di inflazione e crescita per la Svizzera
Con la decisione sui tassi di interesse la BNS ha aggiornato le previsioni su inflazione e crescita economica. La Banca nazionale svizzera sottolinea che “la pressione inflazionistica di fondo è ancora diminuita rispetto al trimestre precedente. Il taglio del tasso guida BNS di oggi permette alla Banca nazionale di mantenere condizioni monetarie adeguate”.
La previsione condizionata di inflazione si attesta, in media annua, all’1,3% per il 2024, all’1,1% per il 2025 e all’1% per il 2026. La previsione è basata sull’assunto che il tasso guida della BNS rimanga all’1,25% lungo tutto l’orizzonte di previsione. Il PIL dovrebbe crescere dell’1% nel 2024, con un leggero aumento della disoccupazione e una diminuzione nell’utilizzo delle capacità produttive. Per il 2025 la crescita dovrebbe accelerare all’1,5%.
EUR/CHF, attenzione alla stagionalità
La discesa del rapporto di cambio tra euro e franco svizzero potrebbe essere solo agli inizi. La valuta unica europea si prepara ad affrontare un contesto difficile in cui si sommano il rallentamento dell’economia, il taglio dei tassi di interesse da parte della BCE, il conflitto in corso ai confini orientali dell’Unione europea e l’avanzamento dell’estrema destra nelle elezioni per il Parlamento europeo.
Il franco svizzero, per contro, beneficia del suo status di bene rifugio oltre a non subire impatti diretti dalle altre condizioni di debolezza elencate per l’euro. Enrico Lanati, cambiavalute professionista di CambiaValute.ch, leader nei cambi valutari online nell’area del Ticino, conferma le sue previsioni di rafforzamento del franco nella seconda parte dell’anno: “Nel lungo periodo il franco farà valere come sempre il suo ruolo di valuta rifugio”.
Tornando all’analisi della stagionalità effettuata utilizzando la piattaforma Forecaster, si nota che fino a tutta la prima metà di agosto lo scenario a 3, 5, 7 e 10 anni è ribassista. Le statistiche di trading mostrano che negli ultimi tre anni le posizioni short avviate nei due mesi che da oggi arrivano fino al 20 agosto, hanno generato il 100% di esiti positivi con un ritorno medio del 3,3%. Le percentuali di successo rimangono elevate anche sulla statistica a 5 anni (80%), 7 anni (71,4%) e 10 anni (60%).
