Con il 2025 all’orizzonte, Johanna Kyrklund, direttrice degli investimenti, e Nils Rode, direttore degli investimenti private di Schroders hanno tracciato le linee dello scenario economico e d’investimento che guideranno le loro mosse nello Schroders Crystal Ball 2025. Per i due strategist ci sono ragioni per essere ottimisti ma sarà necessario saper essere selettivi e non guardare più solo a chi ha dominato la scena negli ultimi due anni. “Gli investitori si sono abituati a un numero ridotto di grandi società che alimentano i guadagni azionari” ha spiegato la Kyrklund, sottolineando che lo schema ha già iniziato a cambiare nell’anno in corso. La strada da seguire per gli investimenti nel 2025 è quindi quella di un ampliamento dei mercati, spostando l’attenzione ad altre regioni geografiche che non siano gli Stati Uniti e ad altri settori economici oltre al tecnologico. Evitare il rischio di sovraesposizione, presente in molti portafogli e prodotti di investimento, è la parola d’ordine di Schroders per il 2025.
Le ragioni per essere ottimisti sugli investimenti nel 2025
Johanna Kyrklund ha indicato tre cicli economici che sono in corso e faranno da vento in poppa per gli investimenti nel 2025 e tre rischi chiave. Cominciando da questi ultimi, si tratta di fattori di stretta attualità che, purtroppo, rischiano di essere già in via di realizzazione:
- Tensioni geopolitiche persistenti;
- Aumento delle barriere commerciali;
- Escalation nei conflitti in corso.
Difficile essere ottimisti considerando lo stato attuale dei tre elementi considerati. Le tensioni geopolitiche non svaniranno nel breve termine, soprattutto quelle tra Stati Uniti e Cina e tra l’Occidente e la Russia; le barriere commerciali potrebbero essere aumentate per mano del neo-presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump e, per quanto riguarda l’escalation dei conflitti in corso, è sufficiente ricordare la recente autorizzazione USA e della Gran Bretagna all’Ucraina per usare missili a media gittata contro la Russia e la risposta di Vladimir Putin che parla concretamente di reazione nucleare.
I cicli in corso che dovrebbero invece spingere i mercati sono quello economico, quello dei mercati e quello della tecnologia. Con riferimento al primo, lo Schroders Crystal Ball 2025 si aspetta una continua riduzione dell’inflazione, la normalizzazione dei tassi di interesse delle principali Banche centrali e l’aumento degli stimoli fiscali sia in Cina che nelle nazioni occidentali. I mercati privati, che hanno sofferto una frenata, potrebbero beneficiare di un incremento della domanda di capitale, di una riduzione dei prezzi di ingresso negli investimenti e di una svolta positiva per le strategie che più hanno sofferto e che hanno ormai toccato i minimi. Infine, sul fronte del ciclo tecnologico, l’intelligenza artificiale rimarrà protagonista, generando opportunità di investimento per i prossimi 5-10 anni.
Asset class, dove investire
Nella contrapposizione tra obbligazioni e azioni, saranno queste ultime a offrire i maggiori rendimenti nel 2025. Tuttavia sarà necessario un approccio di selezione attivo per evitare una sovraesposizione ai “precedenti top performer” e per cogliere “le nuove opportunità di rendimento man mano che emergono”. Johanna Kyrklund guarda fuori dagli Stati Uniti per cercare queste opportunità “meno costose”. Inoltre, un contesto “di crescita positiva e tassi di interesse più bassi dovrebbe favorire gli utili societari”. Secondo l’elaborazione effettuata l’11 novembre 2024 con i principali indici large cap, l’S&P500 è di gran lunga il più costoso, con un rapporto prezzo/utili che si colloca tra quota 20 e quota 25. Per trovare buoni affari bisogna andare in Cina, dove la valutazione scende a 10x. Interessante anche il costo del FTSE100, a 12x. Tuttavia, in questo caso, la forbice tra i titoli più costosi e quelli più convenienti è maggiore che in Cina, a conferma della necessità di essere selettivi.

Per quanto riguarda l’asset class obbligazionaria, il tema si conferma quello del rendimento che ancora è possibile estrarre. Le obbligazioni corporate high yield arrivano a rendere quasi l’8% mentre i bond governativi, in media globale, si avvicinano al 3%. Sono i due estremi di una scala di possibilità resa interessante da un contesto – incertezze geopolitiche – che dovrebbe sostenere il mercato. Il tema geopolitico si conferma importante anche per giustificare il posizionamento sulle materie prime. Tra queste l’oro continua a beneficiare di un flusso di acquisti da parte delle Banche centrali.

Nils Rode ha dedicato il suo spazio alla componente dei mercati privati. Nei private asset, secondo Rode esiste la possibilità di beneficiare del rallentamento registrato a partire da inizio anno, con una raccolta fondi in calo di circa il 10%. Anche i rendimenti sono nella maggior parte dei casi in corso di riduzione. Tuttavia, secondo lo stratega di Schroders “il 2025 rappresenterà un contesto interessante per nuovi investimenti nei mercati privati, in grado di offrire un potenziale sia di rendimento, sia di generazione di reddito”. Tra i segmenti da monitorare con maggiore attenzione, Rode ha indicato i buyout di piccole e medie dimensioni e il venture capital.