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Inflazione elevata: l’errore degli italiani nel combatterla – BorsaNews24

2025/02/18 2

L’inflazione elevata è tra le principali preoccupazioni degli italiani nel 2022. Ad affermarlo è il report trimestrale di Ubs sulla fiducia degli investitori. La loro reazione, tuttavia, non è quella giusta. È infatti in aumento la quota di depositi bancari, che non tutelano dall’inflazione avendo rendimenti ancora vicini allo 0%.

A parziale giustificazione di questa inazione degli investitori italiani, c’è uno scenario economico e politico globale che lascia poco spazio alla fiducia. Tra gli investitori HNW contattati da Ubs (2.800 investitori e 100 imprenditori in quattordici mercati), gli ottimisti sullo scenario economico futuro del proprio paese si sono dimezzati, mentre sono aumentati del 34% i pessimisti. Le stesse percentuali si ritrovano con riferimento allo scenario per i mercati azionari nei prossimi sei mesi (-50% di ottimisti e +30% di pessimisti).

 

Inflazione elevata, la scelta sbagliata degli italiani

Lo spaccato relativo agli investitori italiani è in linea con quello registrato a livello globale dai ricercatori di Ubs. Le maggiori preoccupazioni degli italiani risultano essere i conflitti commerciali globali (60%), il rischio geopolitico (57%), l’inflazione elevata (57%) e la flessione dei mercati (57%). Anche il rischio climatico viene selezionato tra le maggiori preoccupazioni dal 56% dei partecipanti alla ricerca.

Nonostante gli investitori italiani dichiarino la loro preoccupazione per l’inflazione, che li porta a ritardare i grandi acquisti (44% del campione), a essere fortemente preoccupati per i risparmi e la pensione (30%) e per le generazioni future (40%), la reazione in termini di gestione dei propri capitali finanziari è ancora quella di aumentare la liquidità.
La consistenza media della liquidità, infatti, è salita del 3% dal maggio scorso e ha raggiunto il 22%. Alla luce di un tasso di inflazione che l’Istat ha certificato al 7,9% in luglio, mantenere 10.000 euro in liquidità ha un costo occulto di 790 euro solo per effetto della perdita di potere d’acquisto. Secondo l’Abi i depositi degli italiani in banca si sono attestati a 1.841 miliardi di euro a giugno, in crescita del 3,3% rispetto a maggio e sostanzialmente stabili rispetto a inizio anno.

 

L’instabilità politica frena gli investimenti

Il costo dell’instabilità politica italiana non si esplica solo nel surplus di premio che lo Stato italiano deve offrire al mercato perché acquisti i suoi titoli di Stato o nell’impossibilità di una programmazione economica di lungo periodo che attragga gli investimenti dall’estero. Ben l’84% degli investitori coinvolti nella ricerca di Ubs ritiene l’instabilità politica uno dei maggiori freni per l’investimento nel mercato, seguito dal rischio recessione (80%), dalla volatilità (78%) e dall’inflazione (77%). Tanto è vero che sono pochi, il 34% del totale, gli investitori che aumenterebbero la loro esposizione sul mercato in caso di ribassi del 10%, contro un 45% che sceglierebbe di rimanere fermo.

 

Tre settori per il futuro

Interpellati da Ubs sui temi di investimento da seguire nel lungo termine, gli investitori HNW ne hanno individuati tre, tutti strettamente legati a temi congiunturali al centro dell’attenzione nei mesi più recenti. Il primo e più gettonato è quello della sicurezza energetica, che suscita un forte interesse nel 69% dei partecipanti italiani alla ricerca. A pari merito arrivano invece i settori automazione e robotica (66%) e sicurezza alimentare (66%), un altro tema strettamente legato alle difficoltà di approvvigionamento registrate negli ultimi mesi.

 

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