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Il taglio dei tassi spinge gli investitori verso i Btp a lunga scadenza – BorsaNews24

2025/02/18 1

Torna l’interesse degli investitori per i Btp a lunga scadenza. Asset di debito pubblico che solitamente sono appannaggio di investitori istituzionali quali banche e assicurazioni che li acquistano come strumenti da destinare a fondi d’investimento e a fondi pensione. Ultimamente, però, anche i piccoli risparmiatori stanno riscoprendo vivo interesse per i buoni ordinari del Tesoro a lunga scadenza. Come mai?

Da un lato le scadenze brevi e medie dei titoli di Stato italiani come Bot, Ccteu e Btp fino a 5 anni offrono rendimenti risicati. Dall’altro l’inflazione non fa più così paura come in passato e sembra tornata sotto controllo, sia in Italia che nel resto dell’area euro. Notoriamente gli investitori privati tendono a prediligere le scadenze corte quando c’è timore di aumento del carovita con conseguente di avversione al rischio. Al contrario, si punta sulle scadenze medie e lunghe. Gli ultimi dati statistici riferiscono di un tasso medio d’inflazione pari al 1,1% su base annua in Italia e del 2,2% in Europa, in tendenziale diminuzione.

 

La BCE taglia i tassi d’interesse dello 0,25%

Il raffreddamento dell’inflazione segue, però, di pari passo il rallentamento economico dell’Eurozona. Tutti gli indicatori forniscono ormai segnali di frenata dei prezzi alla produzione industriale e della domanda di manufatti, oltre che di energia. In questo contesto prosegue gradualmente l’azione di contrasto della Banca centrale europea (BCE) con il taglio del costo del denaro di un altro step (0,25%) che porta il saggio marginale al 3,5%.

I mercati già scontano da tempo questo effetto e i rendimenti dei titoli di Stato si sono ormai ampiamente adeguati al nuovo scenario. Il Btp a 10 anni rende il 3,6% con un differenziale sull’omologo tedesco di riferimento di 141 punti base. In pratica il Btp italiano con scadenza 2034 rende 1,41% in più del Bund e solo 0,77% in più rispetto al decennale francese (Oat) di pari durata.

Le attese del mercato sono tuttavia di ulteriori tagli del costo del denaro da parte della Bce quest’anno e l’anno prossimo, visto che l’obiettivo è quello di allineare i tassi d’interesse con quelli dell’inflazione che dovrebbe attestarsi intorno al 2-2,5% nel medio periodo. Obiettivo da sempre dichiarato dalla Banca centrale europea per stabilizzare i prezzi in un contesto di crescita moderata dell’area euro. Con la giusta dose di prudenza che caratterizza da sempre la politica monetaria della Ue.

 

Btp: sale l’interesse per le scadenze più lunghe

In questo scenario – fanno notare gli analisti – l’interesse degli investitori è tornato sui Btp a scadenza lunga e lunghissima. Ne è dimostrazione il recente collocamento del Btp trentennale da parte del Tesoro per 8 miliardi di euro che ha ricevuto domande per ben 130 miliardi battendo il record storico del 2020. Il prezzo dell’emissione è stato fissato con un rendimento di 13 punti base sopra i bond governativi di pari scadenza. Risultato che lascia intravvedere per gli investitori ulteriori spazi di crescita dei prezzi sulla parte lunga della curva.

Il Btp che attualmente offre il maggiore appeal sul mercato è quello con scadenza 2053 che offre una cedola annuale lorda del 4,50% (ISIN IT0005534141). Si tratta di un titolo di Stato molto liquido (14,5 miliardi di euro in circolazione), negoziabile sul MOT per tagli minimi da 1.000 euro, che offre un rendimento a scadenza del 4,23%. Si compra intorno a 104,25 ed è il titolo che si è apprezzato di più negli ultimi 12 mesi con un rialzo del 6,3%. A confronto, il Btp decennale si è apprezzato nello stesso lasso di tempo di meno della metà (+2,95%), ma rende il 3,65%.

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