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Il Giappone è rinato, ecco perché piace agli investitori – BorsaNews24

2025/02/18 1

Nel 2023 l’indice Nikkei 225, riferimento per la Borsa del Giappone, ha guadagnato il 25%. Gran parte del rally è stato messo a segno a partire dal mese di marzo. In diverse occasioni il benchmark della Borsa del Sol Levante ha rinnovato i massimi degli ultimi 33 anni, ossia del 1990. E lì, dopo lo scoppio della bolla asiatica di cui il Giappone fu uno dei principali protagonisti, che si trovano le radici dei “decenni perduti” tra bassa crescita e deflazione.

Oggi il Giappone è ritornato sulla scena con credenziali ben diverse e ha attratto l’attenzione degli investitori, non solo perché la Bank of Japan è l’unica ad avere ancora i tassi sotto zero (-0,1%). “Dai primi giorni del 2023, una delle economie che hanno dato le maggiori sorprese in positivo è stata quella giapponese, che nel primo trimestre ha fatto registrare una crescita del PIL del 2,7%. Si tratta di un risultato straordinario per un mercato sviluppato che negli ultimi anni raramente è arrivato a superare l’1% e solo grazie alla domanda proveniente da paesi esteri” è il commento di Jean-Francois Chambon, gestore azionario Giappone di Ofi Invest AM.

 

I fattori che guidano il ritorno del Giappone

Il ruolo della Bank of Japan, che anche nella riunione di venerdì dovrebbe mantenere i tassi in territorio negativo, è stato sicuramente importante. Indebolendo lo yen ha favorito le esportazioni e ha attratto l’interesse degli investitori esteri. Ma non si tratta solo di questo.
Chambon sottolinea che la domanda dall’estero non è stata così forte come in passato, viste le difficoltà della Cina e il rallentamento in Europa e negli USA. A sostenere il Giappone sono stati ben più solidi fattori interni quali i consumi dei cittadini e gli investimenti delle imprese.

E se i primi sono stati spinti dai risparmi accumulati durante la pandemia, i secondi testimoniano un ritorno della fiducia sul futuro che era mancato per tanto tempo e che è stato favorito anche dalla risoluzione di buona parte dei problemi alle catene di fornitura.
“Anche il turismo sta avendo un ruolo importante – riprende Chambon -. Si stimano 32 milioni di turisti ogni anno, con previsioni che arrivano fino a 40 e perfino a 60. Nel 2023, grazie anche a un alleggerimento delle norme sanitarie anti Covid-19, il paese ha già accolto oltre 7 milioni di turisti stranieri e il trend sta addirittura accelerando”.

 

Bank of Japan non teme l’inflazione

Il Giappone è ben contento di vedere i prezzi al consumo crescere. Un obiettivo cercato per tanto tempo. Attualmente l’inflazione core si attesta al 4% ed è diffusa a tutti i settori. La Bank of Japan ha deciso finora di contrastarla blandamente, con un controllo sulla curva dei rendimenti, tenendo invece fermi i tassi di interesse a -0,1%. Anche la prossima decisione di politica monetaria, attesa venerdì 27 luglio, non modificherà questo stato di cose. Anche perché l’inflazione starebbe per raggiungere il picco secondo il gestore azionario di Ofi Invest.
“Questo porterà il governatore della BoJ Kazuo Ueda ad assumere un atteggiamento attendista nelle variazioni di breve periodo della politica monetaria, dato che la convinzione più diffusa è che questa ritornerà attorno al 2% annuo in modo naturale” spiega Chambon.

 

Il mercato azionario del Giappone è costoso?

I fondi azionari specializzati sul Giappone sono stati premiati dagli investitori nel secondo trimestre dell’anno. Secondo i dati dell’ultima edizione di The Cerulli Edge – European Monthly Product Trends, dopo una svolta in positivo ad aprile, nel mese di maggio il Sol Levante si è classificato secondo in termini di flussi netti di investimento con 2,3 miliardi di euro sui fondi attivi e 400 milioni su quelli passivi. Il bilancio complessivo dei mesi di maggio è giugno si attesta a 4,2 miliardi di euro di afflussi sui fondi attivi e 900 milioni sui passivi. Il Giappone è stato preceduto solo dalle asset class Global equity e Large cap.

“Una maggiore enfasi sul miglioramento della corporate governance in Giappone sta rafforzando il crescente appeal delle azioni del paese. Il mercato è stato sostenuto anche dall’impegno di JPX, il proprietario della Borsa di Tokyo, a sostenere misure che migliorano il valore per gli azionisti. L’anno scorso, lo scambio ha implementato standard di quotazione più rigorosi progettati per incoraggiare gli investimenti stranieri nel mercato di alto livello, il TSE Prime” si legge nel report The Cerulli Edge.

“Rispetto ai minimi raggiunti con il Covid-19 il mercato azionario giapponese è risalito del 90% e il suo rapporto prezzo/utili è tornato a 14, la sua media storica” fa notare Chambon che prosegue: “Considerando quanto sono costosi i mercati omologhi degli altri paesi, è un valore piuttosto attrattivo”.

Il fatto che la Borsa del Sol Levante scambi vicino ai massimi degli ultimi 33 anni, tuttavia, invita gli investitori a essere selettivi. “A livello di singolo settore si osserva che quelli maggiormente esposti alla domanda estera sono anche quelli che hanno performato meglio, mentre il comparto finanziario ha risentito delle crisi bancarie che si sono verificate negli Stati Uniti e in Europa. Per il medio termine, il Giappone sembra essere ben posizionato per trarre vantaggio dallo sviluppo del Sud Est Asiatico e anche dalla ripresa cinese, grazie alla predominanza nel settore automobilistico e a un forte posizionamento in ambito robotica” conclude il gestore di Ofi Invest.

 

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