Membro dell’UE dal 1° maggio 2004, l’Ungheria è l’unico Paese rimasto in Europa ad avere come valuta il fiorino, la storica moneta con impresso il giglio di Firenze sul dritto. Proprio dal simbolo della città toscana (“flos” in latino), dove era conosciuta come il denaro piccolo sin dall’XI secolo, prende il nome questo pezzo di storia del vecchio continente e della numismatica. Un posto di rilievo nella saga dei fiorini (e nel portafoglio di investimenti alternativi per chi vuole diversificare con beni rifugio) occupa il fiorino d’oro.
Il fiorino d’oro: la storia della moneta col giglio
I primi fiorini in circolazione sono solo d’argento. Dopo la caduta dell’Impero Romano e con la necessità di una moneta aurea per poter commerciare con l’Oriente, i fiorini d’oro cominciano ad essere battuti nel 1252 a Firenze, grazie al podestà Filippo degli Ugoni di Brescia. È il periodo di Dante e Giotto, dei guelfi e ghibellini. Inizialmente la moneta è di oro puro 24 carati, pesa 3,537 grammi, vale una lira in argento e presenta il giglio sul dritto e San Giovanni Battista (il patrono della città) sul rovescio. La Zecca è controllata dalla più antica delle Arti di Firenze: l’Arte di Calimala.
Le caratteristiche del fiorino d’oro rimangono immutate fino al 1533, l’anno che segna la fine della Repubblica e l’avvento di Alessandro de’ Medici. Le emissioni successive si differenziano per peso, varietà di tipi e valore, ma il potere d’acquisto rimane elevatissimo e il fiorino d’oro si afferma come moneta di scambio preferita in tutta Europa per le grosse operazioni finanziarie. Gli studiosi dell’epoca lo definiscono il dollaro del Medioevo per la sua capacità di dominare incontrastato su tutti i mercati del tempo.

È particolarmente ricercato nel mondo del collezionismo il double leopard, il fiorino inglese d’oro (dal valore di sei scellini) emesso nel 1343 da Edoardo III per finanziare la guerra dei cent’anni. È la prima moneta d’oro coniata nel Regno equivalente a due fiorini, ma ha vita brevissima: battuta con oro di purezza inferiore a quella dichiarata e quindi rifiutata dai mercanti, viene ritirata dopo pochi mesi e sostituita dal noble d’oro.
Questa falsa partenza (e i pochissimi esemplari sopravvissuti: appena tre, a quanto pare) fa del double leopard una delle monete più rare e preziose: come rivela l’Antiques Trade Gazette, un esemplare con un grado di purezza aurea pressoché assoluto è stato venduto all’asta a Londra nel 2006 per 400.000 sterline e poi rivenduto per una cifra vicina a 6,8 milioni di dollari.

Fiorino d’oro: valore attuale degli originali
Il fiorino d’oro originale, quello di Firenze con il giglio e San Giovanni Battista e le scritte “FLOR • ENTIA” e “S • IOHANNES • B •”, è classificato R3, ovvero rarissimo. Il suo valore, naturalmente a seconda della qualità e dello stato di conservazione, è stimato tra i 1.000 e i 2.500 euro. Le serie successive, quelle battute nel corso degli anni fino al 1533 e con le diverse sigle delle differenti Zecche, sono classificate R (rare) e RR (molto rare) e hanno un valore tra i 500 e i 1.000 euro, sempre a seconda dello stato di conservazione.
Le riproduzioni della moneta simbolo del potere economico fiorentino si regalano ancora oggi come segno di fortuna, felicità e buon auspicio, in particolare in occasione della nascita di un bambino o di una bambina oppure per comunioni, matrimoni, anniversari e feste di laurea. Il motto è “un fiorino oggi per mille fiorini domani”. Il fiorino d’oro è anche la massima onorificenza del Comune di Firenze, consegnata ogni anno a personalità e organizzazioni che si sono distinte nel campo di arte, cultura, filantropia, lavoro, politica e sport per il loro legame con la città del giglio.