Il dollaro USA perde terreno nei confronti delle principali valute. Il dollar index oggi ha registrato il calo più pronunciato dalla fine di agosto. Il black-out arriva dopo il rally partito nell’ultima settimana di settembre sulle aspettative che Donald Trump potesse essere eletto nuovamente presidente degli Stati Uniti. I sondaggi del fine settimana hanno invece indicato che Kamala Harris ha guadagnato consensi e una vittoria del leader repubblicano appare molto più incerta. In particolare, la candidata dei democratici è data in vantaggio in Iowa, uno stato in cui Trump ha vinto nelle sue precedenti competizioni per la Casa Bianca. In questo momento, quindi, la valuta americana non è più vista come un Trump-trade e gli investitori stanno liquidando alcune posizioni rialziste che prima avevano costruito.
“I mercati stanno valutando una maggiore possibilità di vittoria per Harris, il che è coerente con le mosse nel mercato delle scommesse seguito da PredictIt”, ha detto Carol Kong, strategist della Commonwealth Bank of Australia. Secondo Tony Sycamore, analista di IG Markets, “dopo aver iniziato il fine settimana scontando una probabilità di circa il 42% per una vittoria repubblicana, i mercati sono ora meno certi e hanno frettolosamente eliminato parte del premio incorporato nel ‘Dollar Trump Trade’”.
Dollaro USA: cosa aspettarsi dopo le elezioni
Se dovesse trionfare Trump al voto di domani negli Stati Uniti, con il Congresso a maggioranza repubblicana, è altamente probabile che venga dato seguito al programma di inasprimento dei dazi commerciali annunciato in campagna elettorale, oltre a tagli alle tasse e al giro di vite sull’immigrazione. Secondo analisti e investitori, tutto ciò porterebbe a un rialzo dell’inflazione, costringendo la Federal Reserve a tenere alti i tassi di interesse. Di conseguenza, il dollaro USA tornerebbe a rivalutarsi.
Cosa aspettarsi dopo l’esito delle urne? A giudizio di Peter Dragicevich, strategist di Corpay, “con una vittoria di Trump è probabile che il dollaro si rafforzi, data la sua piattaforma politica, mentre una vittoria di Harris dovrebbe pesare sul biglietto verde”. Chris Weston, analista del broker Pepperstone, osserva che c’è “un’opinione diffusa che una vittoria di Trump sia positiva per l’USD, anche se molti ritengono che questo risultato sia stato già scontato”. Tuttavia, “una presidenza Trump con il pieno controllo del Congresso potrebbe avere un impatto maggiore, poiché ci si aspetterebbe un solido sell-off dei Treasury con conseguente salita del biglietto verde”.
Attenzione anche alla Fed
Le elezioni USA non sono l’unico catalizzatore per il dollaro in questo momento. Mercoledì avrà inizio la due giorni della riunione Fed in potrebbe essere deciso un taglio ai tassi di interesse. Le aspettative sono per una riduzione di 25 punti base, con il tasso di riferimento che scenderebbe nell’intervallo 4,50%-4,75%. I trader hanno pienamente prezzato questa eventualità e una probabilità dell’83% di una mossa simile a dicembre. Sono molto poche le chance che da qui alla fine dell’anno la Banca centrale a stelle e strisce dia un colpo d’ascia come quello di settembre in cui i tassi sono stati abbassati di mezzo punto. Tuttavia, i dati sull’occupazione di venerdì scorso hanno riacceso qualche campanello d’allarme sulla crescita, visto che a ottobre gli Stati Uniti hanno creato appena 12 mila nuovi posti di lavoro a fronte di 106 mila attesi. “Stiamo prevedendo altri quattro tagli consecutivi nella prima metà del 2025 a un tasso terminale del 3,25%-3,5%, ma vediamo più incertezza sia sulla velocità del prossimo anno che sulla destinazione finale”, ha detto Jan Hatzius, economista di Goldman Sachs. “Sia le nostre previsioni di base che quelle ponderate per la probabilità sono ora un po’ più accomodanti rispetto ai prezzi di mercato”.
