Anche se la loro genesi è incerta, i gettoni telefonici sono stati inventati negli Stati Uniti e hanno cominciato a diffondersi nel Connecticut e nell’Illinois già alla fine dell’Ottocento. Il primo token americano ufficiale è quello della PAN Telephone Company di St. Louis nel Missouri, emesso nel 1885. La storia dei gettoni statunitensi, tuttavia, è molto più breve di quella italiana: già nel 1944 spariscono dalla circolazione e vengono fusi per ricavarne bossoli.
Oggi i gettoni telefonici americani sono molto rari e tra tutti spiccano i pionieristici token in ottone di Southwestern Bell Corporation (sussidiaria di AT&T in Arkansas, Kansas, Missouri, Oklahoma e Texas), Michigan State Telephone Company (poi incorporata in Michigan Bell) e Associated Telephone Utilities Company del Wisconsin.

La Bell Telephone Company of Pennsylvania, oggi Verizon Pennsylvania, ha emesso una serie di gettoni ora ambiti dai collezionisti perché portano inciso il nome di Henry Goetz, il farmacista di Chicago che per primo ha brevettato il token telefonico con scanalature. Ne esistono di oltre 200 tipi e presentano forme curiose – il più celebre è a forma di violino – per evitare che i più “furbi” telefonassero con le più economiche monete in circolazione. Questi gettoni non erano in commercio: i negozianti li davano a chi doveva telefonare, venivano venduti dalla compagnia ai commercianti sulla cui proprietà si trovava il telefono.
La Moise Klinkner Co. di San Francisco è specializzata in medaglie e distintivi della polizia, ma nel 1923 emette una serie di gettoni telefonici che hanno un buon successo tra i collezionisti. A Oakland, in California, è la Sunset Telephone-Telegraph Company a coniare diversi gettoni, mentre a Cripple Creek, in Colorado, la Colorado Telephone Co. realizza un token in ottone che ha il fronte sempre uguale (le incisioni “The Colorado Telephone Co.” e “N.S. Token”) e il rovescio che cambia sempre con l’incisione di diversi numeri di serie.
Ma la storia dei gettoni americani è lunga e complessa: ci sono token per juke-box, parcheggi, autolavaggi, depositi, distributori automatici, videogiochi e giostre, armadietti e cassette di sicurezza. Esistono persino gettoni noti come “confinement tokens” e “prison token”: una moneta alternativa che circolava all’interno delle carceri.