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I francobolli che valgono di più al mondo – BorsaNews24

2025/02/18 2

Le carte-valori non fanno gola soltanto ai collezionisti che mandano avanti il mondo filatelico, ma anche agli investitori che vogliono diversificare il proprio portafoglio e puntano ad un prezioso bene rifugio che non si svaluta mai. Le affrancature, in particolare quelle rare, possono diventare un investimento molto redditizio se accompagnato da un’attenta gestione finanziaria. Un francobollo va infatti acquistato al costo giusto e venduto al momento opportuno, tenendo sempre presente che un prezzo all’asta non corrisponde necessariamente al valore di mercato. Ma quali sono i francobolli che valgono di più al mondo?

 

I francobolli che valgono di più al mondo: la Top 10

Va innanzitutto specificato che nel mercato filatelico italiano, il prezzo di catalogo dei francobolli presenti sul nostro territorio fa riferimento al catalogo Unificato utilizzato dai Cif, la società Commercianti Italiani Filatelici. Nelle aste, come quelle organizzate da Bolaffi di Torino, Ferrario e Il Ponte di Milano, Laser Invest di Porto Mantovano, Casati di Monza, Vaccari di Vignola e Italphil di Roma, i prezzi non sono quelli di mercato perché dipendono da fattori completamente diversi da quelli della vendita al dettaglio.

A livello globale, sono considerate autentiche star della filatelia due francobolli davvero particolari: il famoso Guiana Magenta del 1856, un ottagono da 1 cent esistente in un unico esemplare, e i 24-Cents Inverted Jenny del 1918, blocchi da quattro piccoli francobolli emessi su un solo foglio da 100 con la particolarità di essere stati stampati al contrario. Il biplano blu (un Curtiss JN-4 Jenny) appare infatti al rovescio.

Il Guiana Magenta è il francobollo più costoso della storia: è stato comprato nel 2014 per 9,48 milioni di dollari dal designer di scarpe Stuart Weitzman e rivenduto nel 2021 a 8,3 milioni di dollari da Sotheby’s. Oggi è stimato tra i 10 e i 15 milioni di dollari. Nella stessa asta, i numeri 87 e 88 e 97 e 98 dei 24-Cents Inverted Jenny, valutati tra i 5 e i 7 milioni, sono stati battuti per 4,86 milioni.

In Europa è singolare il caso del Treskilling Yellow, francobollo svedese del 1855 che all’epoca PostNord Sverige stampò per sbaglio in giallo anziché nel verde ufficiale. Quell’unico esemplare sopravvissuto è diventato nel corso del tempo un oggetto del desiderio per numerosi collezionisti e all’ultima asta, risalente al 1996, è stato venduto per 2,3 milioni di dollari.

Lo Z Grill di Benjamin Franklin dal valore di 1 centesimo è conosciuto da tutti i filatelici per la sua rarità: se ne contano appena due esemplari. Stampato dallo United States Postal Service nel 1868, lo Z-Grill si chiama così per la caratteristica punzonatura a secco (la griglia a Z, appunto) che imprime fori minuscoli a sezione quadrata nella carta e visibili sulla parte posteriore.

Il primo esemplare è conservato ed esposto nella New York Public Library, parta della Benjamin Miller Collection. Il secondo è in mano a privati: venduto la prima volta all’asta nel 1999 per 935.000 dollari, nel 2007 ha raggiunto la quotazione di 3 milioni di dollari.

Tra i francobolli più ricercati (e cari) al mondo ci sono i famosi Mauritius Post Office: francobolli con la regina Vittoria di profilo da 1 penny (rosso) e da 2 penny (blu), emessi dalla colonia britannica nel settembre 1847. La stampa era fatta francobollo per francobollo, quindi fu fermata subito senza ristampa. Sconosciuti al mondo filatelico fino al 1864, ad oggi se ne dovrebbero contare 27 esemplari. Nel 2021, in un’asta a Ludwigsburg in Germania, il Red Mauritius è stato venduto per la cifra astronomica di 8,1 milioni di euro.

Uno dei francobolli più costosi al mondo, di sicuro il più raro e misterioso tra gli italiani del periodo pre-unitario, è l’errore di colore del mezzo grano, una stampa del 1859 emessa dal regno di Sicilia (valida quindi solo per l’isola) due anni prima dell’Unità d’Italia. Il “Sicilian Error of Color” è stato ritrovato sul frammento di una lettera dove erano applicati i due valori del mezzo grano stampati in azzurro invece che nel consueto colore arancio. Nel 2011 una delle due copie è stata venduta all’asta a Basilea in Svizzera per 1,8 milioni di euro.

Un’assoluta rarità è pure il francobollo da 9 kreuzer stampato a Baden in Germania nel 1851 in verde anziché in rosa. Il verde era destinato al valore da 6 kreuzer, ma a quanto pare i fogli di carta non erano compatibili: ne sarebbero quindi rimasti quattro esemplari, tre annullati e uno mai utilizzato. Nel 2008 il 9 kreuzer è stato battuto all’asta per 1,3 milioni di euro; quando è stato rivenduto nel 2019 dalla famiglia del miliardario tedesco Erivan Haub, il prezzo è salito a 1,52 milioni di euro.

La lettera con il francobollo da 9 kreuzer stampato a Baden in Germania nel 1851 in verde
La busta affrancata con l’errore di colore verde (foto: Auktionshaus Heinrich Köhler)

Dalla Russia arriva un francobollo leggendario: il Tiflis del 1857. Il nome è quello della capitale della Georgia, allora parte dell’impero zarista e oggi nota come Tblisi. La sua rarità deriva dal fatto che questa specifica emissione avvenne prima di quella nazionale. A quanto pare ne esistono sei esemplari: nel 2017 è stato venduto in un’asta di Spinks a Londra per 165.000 sterline.

Nel 2010 ad Hong Kong sono apparsi all’asta i francobolli prodotti dalla Cina durante la Rivoluzione culturale. Tra questi spicca “L’intero Paese è rosso”: una stampa da 8 fen con diverse imprecisioni (l’indipendente isola di Taiwan rimasta in bianco) che Pechino ritirò in fretta e furia. Qualche esemplare fu però venduto e utilizzato: oggi quelli in circolazione valgono circa mezzo milione di dollari.

A chiudere la Top 10 c’è la Black Empress of Canada, ovvero il francobollo nero da 12 pence canadese del 1851 con l’immagine della regina Vittoria. Fu stampato in 50.000 esemplari e non contiene errori, ma nel 2011 è stato venduto a 425.500 dollari perché i superstiti rimasti in circolazione, tra i pochi originali venduti e i restanti andati distrutti, sono appena un centinaio.

 

  1. Guiana Magenta: 10-15 milioni di dollari
  2. Mauritius Post Office 1 penny rosso e 2 penny blu: 8-8,5 milioni di euro
  3. 24-Cents Inverted Jenny: 5-7 milioni di dollari
  4. Z Grill di Benjamin Franklin: 3 milioni di dollari
  5. Treskilling Yellow: 2-3 milioni di euro
  6. Errore di colore del Regno di Sicilia del 1859: 1-2 milioni di euro
  7. Baden verde del 1851 da 9 kreuzer: 1-1,5 milioni di euro
  8. L’intero Paese è rosso da 8 fen: 445.000 dollari
  9. Canada 12d black del 1851: 400.000-500.000 dollari
  10. Tiflis del 1857: 150.000-300.000 euro

 

Oltre questi dieci, vanno citati il Garibaldino mezzo tornese (meglio noto come la Trinacria) emesso nel 1860 nel Regno di Napoli, rimasto in uso per pochissimo tempo prima di essere sostituito dalla Crocetta e valutato tra i 150.000 e i 350.000 euro, e l’Hawaiian Missionaries del 1851 stampato in tre esemplari: quello da 2 centesimi in appena 15 pezzi vale 300.000 dollari.

Non sono da meno le rose inglesi del 1978 (tre senza valore nominale, due di proprietà della regina e il terzo di un collezionista: valore di circa 130.000 sterline), il Tyrian Plum inglese da 2 penny del 1910 stampato in 24 milioni di esemplari quasi tutti ritirati e distrutti dopo la morte del re Edoardo VII (valore di circa 110.000 dollari ciascuno) e l’Inverted Swan australiano del 1855, limitato a 15 esemplari per l’errore di stampa (il cigno capovolto) e che può arrivare fino a 80.000 dollari.

Il Gronchi rosa, infine, è uno dei francobolli italiani più noti al mondo per l’errore nel disegno dei confini del Perù, anche se non ha un valore elevatissimo: la sua quotazioni oggi è sui 1.000 euro. Altre stampe italiane di valore abbastanza elevato sono i Trittici di Balbo (tra gli 800 e i 1.400 euro circa), la serie di Alessandro Volta (tra 6.000 e 8.000 euro) e il falso “Due popoli, un Führer”: un’imitazione sarcastica dell’emissione “Due popoli, una guerra” (una stampa celebrativa del 1941 sulla fratellanza d’armi dell’asse Italia-Germania) realizzata nel 1943 dai servizi segreti inglesi del P.W.E. (Political Warfare Executive) e valutata tra i 1.300 e i 3.700 euro.

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