I gestori di hedge fund hanno dovuto affrontare momenti molto difficili lo scorso anno, a causa soprattutto dell’inflazione che ha spostato gli obiettivi delle Banche centrali sui tassi d’interesse. Molti titoli in portafoglio hanno iniziato a soffrire, in particolare nel ramo tecnologico che era stato molto propizio per gli investitori nel 2020. Alcuni fondi sono naufragati, altri invece sono riusciti a mantenere una certa resilienza grazie ad alcune operazioni mirate e a mosse fatte al momento giusto, prima che il quadro generale si facesse più oscuro. Vediamo quindi chi tra i gestori di fondi ha guadagnato pur nelle difficoltà e chi viceversa ha deluso le aspettative degli investitori.
Hedge fund: i vincitori
Uno dei gestori ad aver trionfato in Borsa lo scorso anno è Karthik Sarma, che amministra l’hedge fund SRS Invesment Management. Il fondo ha guadagnato circa 2 miliardi di dollari, con gli investitori che hanno avuto un ritorno del 35%. Il risultato è eccezionale, considerando che SRS gestisce appena 8 miliardi di dollari, in confronto a una media di 40 miliardi di dollari gestiti dalle aziende più grosse come Citadel e TCI Fund Management.
I profitti di SRS si spiegano soprattutto grazie al suo fiore all’occhiello nel portafoglio d’investimento, ossia il titolo Avis Budget Group che il fondo detiene da 11 anni e di cui ha una partecipazione del 50%. Da allora le azioni sono aumentate del 456%, ingrassando i guadagni di Sarma. Il 47enne indiano ha un modus operandi che tende a evitare la leva pesante, a differenza di altri fondi, ma allo stesso tempo non esita a puntare grosse cifre su un singolo asset e di tenerlo anche per lungo tempo.
Sarma si è messo in proprio 5 anni dopo essere entrato a far parte del Tiger Global nel 2021, appena terminato il master in ricerca operativa presso l’Università di Princeton negli Stati Uniti. All’inizio si era concentrato sul private equity indiano e sulle azioni globali, ma dopo poco si è indirizzato quasi esclusivamente verso le azioni pubbliche, con particolare riguardo nei confronti dei titoli tecnologici.
Uno degli investimenti più riusciti è stato quello di Netflix, sia nelle fasi di aumento che in quelle di diminuzione del titolo. Mentre quello più grande e di maggiore durata come detto è stato il gruppo di autonoleggio Avis. Sarma è convinto che nel lungo termine le aziende che gestiscono flotte di auto e camion avranno un grande vantaggio economico e proprio per questo l’investitore indiano risiede nel Consiglio di Amministrazione di Avis. Questa è una cosa insolita, perché gli hedge fund trovano limitante per la libertà di acquistare e vendere azioni nell’ambito della propria attività di trading far parte del CdA di un’azienda. Ciò viene visto in altri termini come un modo per non affezionarsi troppo a un asset su cui si vuole solo fare del denaro.
Nonostante le mire di Sarma, SRS non ha potuto fare a meno di liquidare un 5% delle azioni quando a novembre le azioni di Avis sono raddoppiate per effetto dell’annuncio di adozione dei veicoli elettrici negli Stati Uniti. Il fondo di Sarma ha guadagnato in media circa il 12% all’anno dal 2007, battendo la performance dell’11% dell’indice S&P 500.
Hedge fund: i perdenti
Se Sarma è stato uno dei grandi vincitori, altri gestori hanno subito delle perdite importanti per varie ragioni. Ad esempio Andreas Halvorsen di Viking Global Investor ha registrato la più grande perdita annuale della storia del fondo per aver sottovalutato l’impatto della pandemia, come risulta dalle sue stesse dichiarazioni.
Stessa sorte è toccata a Gabe Plotkin di Melvin Capital Management, mai così negativo nei risultati come nell’anno passato. Ad aver affossato le performance del fondo il posizionamento sbagliato nei confronti di GameStop nel mese di gennaio, quando è scoppiata la mania dei meme-stock che ha fatto schizzare le quotazioni in maniera folle nella Borsa di New York.