A volte l’arte non ha prezzo, ma per un maestro come Giorgio de Chirico le opere più costose un prezzo ce l’hanno eccome e raggiungono cifre astronomiche. In particolare le tele realizzate tra il 1910 ed il 1919: la Metafisica del pittore nasce infatti a Firenze nel 1910 “in un chiaro pomeriggio d’autunno”. È proprio a questo decennio che risalgono quadri come L’enigma di un pomeriggio d’autunno, L’enigma dell’oracolo, Mistero e melanconia di una strada, Il grande metafisico e Le muse inquietanti. I dipinti che vanno dal 1920 al 1929 sono altrettanto ricercati nel mondo del collezionismo, ma raggiungono prezzi più contenuti.
Giorgio de Chirico: le 5 opere più costose vendute in asta
Una delle poche eccezioni è Le muse inquietanti del 1962: da Sotheby’s a Milano nel novembre del 2011 batte il record d’asta per questa serie e tocca quota 1 milione di euro. In generale, il 17% delle opere dell’artista – nato a Volo, in Grecia, il 10 luglio 1888 e morto a Roma il 20 novembre 1978 – supera i 5 milioni di dollari. Uno dei più influenti maestri dell’arte italiana e una delle voci più rilevanti dell’arte del Novecento, de Chirico è il pittore metafisico per eccellenza: ecco le sue 5 opere più costose vendute all’incanto, naturalmente tenendo conto di aste avvenute in periodi diversi.
Studio per Piazza d’Italia
Non solo dipinti a olio su tela: è significativo il caso di questa bozza preparatoria per la famosa tela realizzata nel 1913, oggi custodita dalla Galleria Nazionale di Roma. Il disegno arriva all’asta da Sotheby’s a Londra nel febbraio del 2014 nella Impressionist and Modern Art Day Sale dalla collezione privata del mercante e gallerista svizzero Jan Krugier, che lo aveva acquistato direttamente dallo scrittore, editore e critico letterario francese Jean Paulhan. Presentato in mostra nei più importanti musei d’Europa, dal Grand Palais di Parigi alla Collezione Peggy Guggenheim di Palazzo Venier dei Leoni a Venezia, da una base iniziale di 35.000-45.000 sterline è venduto per 1,3 milioni di sterline dopo una lunga battaglia di offerte: un record per una carta metafisica dechirichiana.

Gladiatori a riposo
A Parigi, tra il 1927 e il 1929, de Chirico fa parte del gruppo degli Italiens de Paris con il fratello Savinio, Massimo Campigli, Filippo de Pisis, Renato Paresce, Gino Severini e Mario Tozzi. Su commissione del mercante Léonce Rosenberg, appassionato dell’Impero romano, il pittore dipinge oltre sessanta quadri dedicati a quelli che chiama “asceti del muscolo”: gli acclamati lottatori dell’antica Roma sono un soggetto che gli diventa talmente a cuore da trasformarsi in un’autentica ossessione. Con la crisi finanziaria che travolge il mercato dell’arte sull’onda del crollo di Wall Street, Rosenberg sarà presto costretto a vendere i pezzi della sua collezione. Questa tela di grandi dimensioni (158,8 x 198,8 cm) risale al periodo tra il 1928 e il 1929 e nel novembre del 2015 debutta da Phillips a New York nella 20th Century & Contemporary Art Evening Sale: prezzo di vendita 3,9 milioni di dollari.

Il sogno di Tobia
Nel 1917, al culmine del periodo metafisico, de Chirico realizza uno dei suoi quadri più celebri, rari e ammirati da surrealisti e dadaisti: un termometro con la scritta Aidel che allude alla sorella maggiore Adelaide (morta in tenera età), all’Ade e al dio greco Ermes, alla tradizione alchemica e all’invisibilità. Tobia è il personaggio biblico che, su consiglio dell’arcangelo Gabriele, utilizza il fiele di un pesce per far riacquistare la vista al padre. Il sogno di Tobia è una delle sei tele che il pittore dipinge durante la sua permanenza alla Villa Seminario, coincisa con la residenza di Carlo Carrà nello stesso ospedale militare ad Aguscello vicino Ferrara. Appartenuta prima al collezionista e gallerista Paul Guillaume e poi al poeta Paul Éluard, l’opera passa negli anni dalle mani di dieci proprietari diversi prima di essere battuta all’asta da Sotheby’s a New York nel maggio del 2017 (l’anno del suo centenario) nella Impressionist & Modern Art Evening Sale. Le offerte si scatenano e lievitano a 9,2 milioni di dollari: l’acquirente è un collezionista privato statunitense che spende il doppio del prezzo di partenza.

Il ritornante
La storia è un eterno ritorno e il destino che de Chirico si assegna è quello di essere un “ritornante”: per guardare dentro il suo lavoro e afferrarne i misteri, è necessario “girare la posizione”. Nel 1919, al termine del periodo della Metafisica fondativa, l’artista raffigura un “fantasma” a colonna con gli occhi chiusi (il padre Evaristo) confinato in una stanza soffocante e delimitato da un’ombra minacciosa, accanto a un manichino decapitato e mutilato insieme a simbolici strumenti della geometria. Molto ammirata da André Breton, l’opera fa parte della prima mostra surrealista alla galleria Pierre nel 1925, prima di entrare nella prestigiosa collezione dello stilista Jacques Doucet. Nel febbraio del 2009 la tela debutta all’asta da Christie’s a Parigi, proveniente dalla collezione di Yves Saint Laurent e Pierre Bergé, e raggiunge gli 11 milioni di euro.

Il pomeriggio di Arianna
La figura mitologica di Arianna, simbolo dell’unione mistica, dell’abbandono e della salvezza, è uno dei grandi temi su cui lavora de Chirico. Questo quadro del 1913 è uno dei suoi primi capolavori e fa parte delle otto tele (solo tre presenti in collezioni private) che compongono la prima serie dipinta dal capostipite del Surrealismo. Complici il formato verticale su larga scala (135,3 x 64,6 cm) e il soggetto (è l’unico esemplare che raffigura la nave del mito di Arianna: nel quadro si intravede la vela con cui Teseo si allontana dall’isola di Naxos), Il pomeriggio di Arianna si distingue dagli altri dipinti di questo limitato gruppo e si rivela particolarmente rara. Nell’ottobre del 2020 è messa in vendita da Sotheby’s a New York nella Impressionist & Modern Art Evening Sale: dopo dieci minuti di battaglia a suon di rialzi fra due collezionisti, raggiunge i 15,9 milioni di dollari da una stima di 10 milioni. Ad oggi il record per un’opera di de Chirico.

Sono tante altre le opere di de Chirico che meritano una segnalazione per le loro vendite negli ultimi anni. Venezia del 1966 raggiunge i 329.300 euro da Dorotheum a Vienna nel maggio del 2010. Da Christie’s passano Piazza d’Italia con Arianna degli anni Cinquanta per 466.200 sterline a Londra nel marzo del 2022 e Le muse inquietanti del 1959 (già venduta da Sotheby’s per 4 milioni di dollari hongkonghesi, circa 470.000 euro) per 512.500 sterline a Londra nell’ottobre del 2021. Dopo Interno metafisico con testa di filosofo del 1926, battuto per 847.650 sterline a Londra nell’ottobre del 2008, da Sotheby’s realizzano ottime performance La grande ciminiera del 1958 (457.200 euro a Milano nell’aprile del 2024) e Tempio in una stanza del 1926, capace di strappare 596.900 euro sempre a Milano ma nell’aprile del 2023.