La gestione patrimoniale riveste una grande importanza in un mondo finanziario in cui i mercati sono diventati sempre più complessi e sofisticati. Di certo rappresenta una delle alternative valide per investire il risparmio delle persone. Una persona, infatti, può decidere di investire le somme che ha messo da parte dalla sua attività lavorativa in autonomia, in una asset class o entrando in un fondo comune di investimento, o affidandosi a un professionista della gestione patrimoniale. In questo testo vedremo in cosa consiste la gestione patrimoniale e qual è il suo funzionamento, nonché le tipologie e la differenza rispetto ad altre forme simili di gestione del risparmio.
Gestione patrimoniale: definizione e funzionamento
La gestione patrimoniale è una forma di investimento a cui ricorre un investitore quando affida una somma di denaro a un intermediario finanziario perché la amministri. L’intermediario può essere una banca, un’assicurazione, una società di intermediazione mobiliare (SIM) o una società di gestione del risparmio (SGR). In sostanza, il risparmiatore entra in contatto con un professionista, il quale propone un piano di investimenti in armonia con quelli che sono gli obiettivi del cliente in termini di guadagno e rischio in un certo lasso di tempo.
Le tappe fondamentali sono tre: la prima consiste nell’identificazione del profilo dell’investitore attraverso questionari appositi nel rispetto delle normative europee; la seconda si basa nell’identificazione della strategia di investimento sulla base del profilo dell’investitore, del quale si misurano il capitale a disposizione, il livello di rischio che vuole correre e il rendimento atteso; la terza si riferisce all’investimento vero e proprio, a seguito del quale il risparmiatore ha la possibilità di monitorare l’andamento attraverso gli aggiornamenti dell’intermediario concordando, se è il caso, cambiamenti di strategia in funzione all’evoluzione dei mercati finanziari.
La durata del rapporto è a tempo indeterminato, a meno di accordi diversi. Se non viene stabilita una scadenza, comunque, il cliente può richiedere in qualsiasi momento il rimborso parziale o totale del suo capitale in tempi rapidi.
Gestione patrimoniale e fondo comune di investimento: la differenza
La gestione patrimoniale potrebbe essere confusa con un fondo comune di investimento, ma in realtà si tratta di due soluzioni diverse. Nel caso della gestione patrimoniale, il rapporto tra l’intermediario e il cliente è individuale e calibrato sulle esigenze di quest’ultimo. Infatti, il conto di gestione è a lui dedicato e tutte le operazioni vengono fatte in nome e per suo conto. Con il fondo comune di investimento il risparmiatore entra in una comunità a cui partecipano altri investitori e viene seguita una strategia comune decisa dal gestore che è una SGR. Quindi, il cliente non concorda la strategia con l’intermediario, ma al massimo può scegliere il fondo che più si avvicina ai suoi obiettivi di investimento.
Gestione patrimoniale: tipologie
La gestione patrimoniale può essere suddivisa in due grandi categorie: la gestione mobiliare e la gestione in fondi. Riguardo la gestione mobiliare, il patrimonio è investito essenzialmente in asset come le azioni, le obbligazioni, gli ETF, i derivati e le valute. Nel caso della gestione in fondi, il denaro viene impiegato esclusivamente in quote di fondi comuni di investimento.
Un po’ di storia
La gestione patrimoniale ha origine negli anni ’30, quando grandi banche americane come Goldman Sachs e Morgan Stanley hanno cominciato a separare i servizi offerti agli investitori facoltosi dal mercato di massa. Da quel momento si sono sviluppati i family office, che hanno offerto i servizi non solo a una famiglia ma anche ad altre, diventando così multi-family office. Il fenomeno è esploso letteralmente negli anni ’80, allorché banche private e società di intermediazione hanno sviluppato un nuovo modello di business che ha dato il via ad aziende che si rivolgevano a soggetti con un patrimonio molto elevato e alle loro famiglie.
Dopo la grande crisi del 2008 è stata creata una profonda regolamentazione all’interno della gestione patrimoniale, che poi è stata perfezionata nel tempo. I clienti devono essere puntualmente informati sull’andamento della gestione e inoltre devono poter accedere in qualsiasi momento alla loro situazione e mettersi in contatto costantemente con il gestore per richiedere eventualmente modifiche di strategie o dare suggerimenti.
Negli ultimi anni la gestione patrimoniale ha viaggiato a braccetto con la tecnologia e la digitalizzazione. Grazie agli strumenti innovativi, è possibile creare modelli di portafoglio e pianificazione finanziaria più efficienti, che mirano al raggiungimento degli obiettivi del risparmiatore in maniera più rapida e soddisfacente.