Il terremoto politico generato dalle elezioni europee ha proiettato l’euro ai minimi di un mese rispetto al dollaro USA. Il cambio EUR/USD è scivolato fino a 1,0750, livello che non si vedeva dal 9 maggio 2024. Le vendite degli investitori sulla valuta unica arrivano dopo il verdetto elettorale in Francia e Germania. L’avanzata del Rassemblement National di Marine Le Pen che ha doppiato Renaissance, il partito di Emmanuel Macron, ha spinto il presidente francese a sciogliere il parlamento e a indire nuove elezioni per la fine del mese.
Una sonora sconfitta delle forze progressiste di sinistra è arrivata anche in Germania, con il partito di estrema destra AfD (Alternative fur Deutchland) che ha ottenuto circa il 16% dei voti intaccando la leadership del cancelliere Olaf Scholz. In Italia si consolida l’assetto di maggioranza grazie alla crescita di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni al 29% dei consensi e all’avanzata di Forza Italia, sebbene il Partito Democratico abbia accresciuto le preferenze nei pressi del 25%.
Nel complesso, comunque, il quadro politico rafforza il PPE (Partito popolare Europeo), il gruppo di centro-destra moderato ed europeista di cui fa parte Forza Italia che detiene il maggior numero di seggi nel Parlamento europeo. Questo significa che la posizione dell’attuale presidente europeo Ursula Von der Leyen ne esce irrobustita per la sua rielezione.
Euro: perché potrebbe scivolare a 1,05 sul dollaro
Il cambio EUR/USD era finito sotto pressione già sul finire della scorsa settimana, quando dagli Stati Uniti erano arrivati i dati sull’occupazione americana. Il mercato del lavoro USA ha prodotto nel mese di maggio ben 272 mila nuovi occupati, a fronte dei 182 mila attesi, con la retribuzione media oraria salita al 4,1% su base annua rispetto al 3,9% del consensus. Questo significa che la Federal Reserve sarà più cauta nel tagliare i tassi di interesse, il che gioca a favore del dollaro, anche perché la Banca centrale europea ha già iniziato ad abbassare il costo del denaro.
Il risultato elettorale in Europa è stato un altro colpo duro per la valuta unica, in particolare per ciò che sta succedendo in Francia. A giudizio di Valentin Marinov, managing director & global head of G10 FX and UK research at Credit Agricole, gli investitori potrebbero cominciare a mettere in discussione un’integrazione fiscale e finanziaria più stretta in Europa. “Questo potrebbe essere visto come un duro colpo al nascente sentiment positivo per l’euro che ha iniziato a dominare i mercati valutari nelle ultime settimane. Qualsiasi nuovo allargamento degli spread dei rendimenti sovrani periferici rispetto ai bund sarebbe negativo per l’euro” ha affermato.
Anche Alvin Tan, strategist di RBC Capital Markets, avverte del pericolo degli scossoni post-elezioni. “Nel terzo trimestre l’euro potrebbe scendere a 1,05 sul dollaro USA poiché i rischi politici sono di nuovo in aumento”, ha detto. Lo spostamento a destra dell’asse politico europeo preoccupa anche Christopher Wong, strategist di Oversea-Chinese Banking Corp, secondo cui “l’ultimo decennio ha dimostrato che un aumento del sentiment a destra in Europa può minare l’euro”.