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EUR/CHF: la BNS ha una nuova soglia da difendere? – BorsaNews24

2025/02/18 1

Il 15 gennaio 2015 la BNS sorprese i mercati abbandonando la soglia minima di 1,20 del cambio tra euro e franco svizzero. La conseguenza fu un crollo del cambio EUR/CHF di oltre il 30%, a 0,8650. Introdotta per difendere l’economia della Confederazione, fortemente dipendente dalle esportazioni, il suo mantenimento richiese acquisti massicci di valuta estera contro franchi per equilibrare la domanda del mercato.

Da allora la valuta elvetica è stata libera di fluttuare in base alle condizioni economiche, monetarie e di mercato. In realtà, la Banca nazionale svizzera non ha smesso di intervenire sul mercato dei cambi, attraendo in passato accuse di “manipolazione” da parte degli Stati Uniti. La vendita e l’acquisto di divise estere contro franchi, d’altronde, è prevista tra gli strumenti di politica monetaria della BNS.

 

Ecco quando la BNS potrebbe essere intervenuta

Nel 2024 il franco svizzero è tornato ad apprezzarsi. Il cambio EUR/CHF è scivolato in direzione di 0,90 a inizio anno, poco meno di 4 punti percentuali al di sopra dei minimi seguiti al crollo del 2015. Dopo una reazione che ha portato a sfiorare la parità in maggio, le tensioni di inizio agosto hanno risospinto il cross al ribasso fino a 0,92.

Michael Cahill e Lexi Kanter, analisti di Goldman Sachs, sospettano che la BNS sia intervenuta per indebolire il dollaro proprio in questo frangente. “Sebbene non possiamo esserne certi, crediamo che la BNS sia intervenuta per frenare la forza del franco” hanno scritto in un commento. La loro convinzione si basa sull’andamento dei prezzi, sull’aumento dei depositi a vista e, “soprattutto sugli indizi contestuali dal comportamento passato della BNS. Il franco ha smesso di apprezzarsi prima che lo yen e i gli altri mercati finanziari si stabilizzassero Inoltre i depositi a vista nazionali sono aumentati di circa 10 miliardi di franchi. Potrebbero esserci altre spiegazioni per entrambi questi fenomeni, ma nel contesto della scorsa settimana, pensiamo che siano legati a un intervento della Banca centrale”.

Era stato lo stesso governatore della BNS Thomas Jordan, ormai a fine mandato, a confermare il 17 gennaio scorso che la Banca centrale avrebbe potuto intervenire sul mercato dei cambi per evitare eccessive fluttuazioni della valuta. E in effetti successivamente la BNS ha reso noto di aver venduto 300 milioni di franchi nel corso del primo trimestre per indebolire la valuta domestica.

“Questo dato è molto importante – commentano Cahille Kanter – perché dimostra l’attività della politica valutaria della BNS e la disponibilità a regolare i movimenti valutari rispetto ai suoi omologhi del G10”.

Il grafico mostra gli interventi trimestrali, comunicati a posteriori, effettuati dalla Banca nazionale svizzera sul mercato valutario
Gli interventi della BNS sul mercato valutario – Fonte: Bloomberg, BNS, Goldman Sachs Investment Research. Dati in miliardi di franchi svizzeri

0,90 è la nuova soglia limite per l’EUR/CHF?

L’area 0,90 di EUR/CHF potrebbe essere la nuova soglia del “dolore” al di sotto della quale l’economia svizzera inizia a soffrire troppo, e dove la Bns sarebbe spinta a intervenire.

In occasione dell’apprezzamento di inizio agosto, Swissmem, l’organizzazione padronale dell’industria elevetica, aveva chiesto interventi decisi alla Banca centrale e alla politica per evitare che la forza del franco “soffochi la ripresa economica”. L’organizzazione aveva definito “scioccante” il rialzo della valuta domestica. In precedenza, a gennaio, numerose aziende erano ricorse al lavoro ridotto per evitare licenziamenti.

“Tuttavia l’intervento della Banca centrale funziona meglio in caso di dislocazioni temporanee ma nel lungo periodo è molto costoso” spiegano i due analisti di Goldman Sachs. I quali non escludono che il franco torni a rafforzarsi se le preoccupazioni sulla crescita che hanno innescato la tempesta di inizio agosto dovessero tornare o farsi più acute. “I flussi capitale tornerebbero a rifugiarsi nel franco” concludono, ipotizzando una mossa preventiva della Banca centrale: “Alcuni tagli precauzionali dei tassi ora sembrano più attraenti, anche se la politica monetaria è già vicina alla neutralità in Svizzera”.

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