Gli ETF Target Maturity stanno riscuotendo un buon successo tra i risparmiatori, soprattutto quelli più affezionati alle cedole obbligazionarie. Il loro funzionamento, che prevede una scadenza finale determinata, elimina uno dei fattori di incertezza degli ETF e fondi aperti tradizionali e li rende più simili alle obbligazioni. In occasione di ConsulenTia 2024 a Roma, Borsa&Finanza ha approfondito il tema con Clino Papa (nella foto), Xtrackers Sales di DWS.
Gli ETF Target Maturity hanno riscosso il gradimento degli investitori. Il loro successo è dovuto più al fatto che l’obbligazionario è tornato attraente o ci sono delle ragioni specifiche dello strumento?
“Credo sia una conseguenza di entrambe le ragioni. Dopo anni i tassi di interesse sono tornati a livelli interessanti e ciò rende più semplice inserire prodotti obbligazionari in portafoglio per beneficiare di un effetto di diversificazione e sfruttarne il rendimento. Se guardiamo agli ETF Target Maturity nello specifico, si tratta di una grande innovazione che ha centrato un target di investitori in obbligazioni per i quali l’ETF non è sempre lo strumento principale di investimento. Mi riferisco a consulenti finanziari e piccoli risparmiatori”.
Perché l’ETF obbligazionario no e il Target Maturity sì?
“L’ETF obbligazionario tradizionale è efficiente da tanti punti di vista, ma è più adatto a un gestore patrimoniale che fa le sue valutazioni rispetto a un benchmark, o a un investitore privato che cerca un’esposizione tattica o strategica ma senza un orizzonte temporale specifico. Gli ETF Target Maturity, invece, hanno caratteristiche più simili a quelle di un titolo a reddito fisso con una scadenza predefinita. Ciò permette al consulente e al piccolo risparmiatore di inquadrarli meglio all’interno del portafoglio in quanto risulta definito l’orizzonte temporale entro cui poter realizzare i rendimenti attesi”.
Ci sono anche i fondi a scadenza. Qual è la differenza?
“In linea con gli ETF tradizionali, i Target Maturity sono stati ideati con l’obiettivo di mantenere un elevato livello di liquidità in Borsa per tutta la vita del prodotto, permettendo così agli investitori di prendere esposizione in fasi diverse del mercato e di vendere prima della scadenza se necessario o quando i propri obiettivi di pianificazione sono stati già raggiunti. I fondi a scadenza tradizionali invece prevedono generalmente una fase di collocamento iniziale dove si concentra il grosso dell’attività di sottoscrizione”.
Voi avete lanciato degli ETF Target Maturity con scadenza al 2027, 2029, 2031 e 2033. Che riscontri avete avuto?
“Gli ETF che abbiamo emesso sono tutti sul segmento euro corporate investment grade, ma non è escluso che in futuro la gamma venga allargata vista l’accoglienza ricevuta. Da novembre scorso, quando li abbiamo lanciati, la raccolta ha già raggiunto i 180 milioni di euro a livello europeo. Considerando che il pubblico a cui sono destinati è primariamente costituito da consulenti finanziari e piccoli risparmiatori si tratta di un ottimo risultato in quanto gli importi investiti sono generalmente più piccoli”.
Immagino che in Italia siano stati accolti particolarmente bene.
“Dal punto di vista della ‘vendibilità’ questi prodotti rispondono a un’esigenza che dal piccolo risparmiatore, soprattutto italiano, è molto sentita: flusso cedolare e rimborso a scadenza. Non è un caso che l’Italia stia contribuendo attivamente ai risultati di raccolta che stiamo registrando. Tuttavia anche in Germania e Svizzera, dove siamo presenti con gli ETF Target Maturity, il riscontro è positivo”.
Come è costruito il portafoglio di questi prodotti?
“L’universo di investimento dei nostri ETF Target Maturity è dato da tutte le obbligazioni euro corporate investment grade che rispettano una determinata scadenza, che può essere 2027, 2029, 2031 o 2033 a seconda del fondo che consideriamo. Per completezza, vengono anche applicati filtri per migliorare la liquidità e il profilo sostenibile dei portafogli. Gli Xtrackers Target Maturity ricadono infatti sotto la classificazione dell’articolo 8 del Regolamento SFDR.
In media quante obbligazioni ci sono in ogni portafoglio? C’è un numero fisso di titoli?
“Non c’è un numero fisso e la media potrebbe variare nel tempo. Gli ETF target Maturity, al pari degli ETF tradizionali, replicano un indice che si rinnova seguendo le caratteristiche dell’asset class. Se nel tempo vengono emessi altri bond che possono rientrare nell’universo di investimento, questi verranno inseriti nel portafoglio. Ciò significa che con il passare del tempo le obbligazioni del paniere possono aumentare. Per esempio, la scadenza 2033 ora ha in pancia ‘solo’ un centinaio di obbligazioni, ma andando avanti potrà avvicinarsi alla scadenza 2027 che di titoli ne ha più di 400, in quanto aumenterà il bacino di bond investibili. Questa è un’altra fondamentale differenza rispetto ai fondi a finestra. È necessario seguire il mercato dei titoli sottostanti perché in continua evoluzione e non si può pensare di continuare a investire solo nei bond inizialmente disponibili. Si andrebbe incontro a problemi di liquidità e ne risentirebbe la diversificazione di portafoglio”.
Alla scadenza cosa accade?
“Nel corso degli ultimi dodici mesi le obbligazioni vengono reinvestite in bond governativi a breve termine fino alla scadenza finale, che per i nostri ETF Target Maturity è sempre a settembre dell’anno indicato. Giunti a quella data verrà indicato il giorno di rimborso e calcolato il valore NAV. Dopo qualche giorno, il risparmiatore o il consulente si ritroverà i soldi sul conto corrente”.
C’è una strategia consigliabile da seguire man mano che ci si avvicina alla scadenza visto che si tratta di prodotti quotati?
“Acquistare un ETF Target Maturity significa avere una duration decrescente. Ogni anno che passa la duration, e quindi la sensibilità ai tassi di interesse, diminuisce. È un aspetto di cui bisogna tenere conto. Una strategia potrebbe essere chiudere la posizione e acquistare una scadenza più lontana effettuando una sorta di rolling. In ogni caso la strategia migliore è diversificare le scadenze su cui si investe. Con questi prodotti si ha la possibilità di avere un’indicazione di rendimento su specifici orizzonti temporali. Per esempio, il nostro Target Maturity 2029 ha un rendimento lordo annuale di quasi il 4% (al 19 marzo 2024 ndr). È tuttavia importante considerare che la performance realizzata potrebbe non essere esattamente pari al rendimento a scadenza al momento dell’acquisto. L’investitore deve infatti considerare una serie di fattori ulteriori come i costi di negoziazione in Borsa, la commissione di gestione, il rischio di fallimento dei bond in portafoglio e il mancato rivestimento dei dividenti ricevuti ai tassi attuali di mercato”.
Le cedole obbligazionarie vengono reinvestite o distribuite?
“L’obiettivo principale era sviluppare uno strumento che emulasse il più fedelmente possibile l’investimento in un portafoglio di titoli obbligazionari, cosa che un ETF tradizionale non può fare non avendo una scadenza. I Target Maturity mirano a distribuire una cedola trimestrale che riflette i pagamenti ricevuti dalle obbligazioni sottostanti. È importante notare che molti dei bond presenti nei Target Maturity sono stati emessi anni fa, in un contesto di rendimenti diverso da quello attuale. Di conseguenza le cedole attese potrebbero essere leggermente inferiori ai tassi attuali. Per esempio, a febbraio il Target Maturity con scadenza a settembre 2027 ha distribuito il primo dividendo trimestrale pari allo 0,67%, circa il 2,7% annualizzato. Naturalmente ciò che non viene distribuito tramite il dividendo contribuisce ad aumentare il NAV dell’ETF, in quanto lo strumento rifletterà l’incremento del valore delle obbligazioni sottostanti che nel tempo convergono verso il valore nominale”.