Si dice che le Borse salgono dalle scale e scendono con l’ascensore. L’ultima prova di quanto questa affermazione sia vera si è avuta nella seconda decade del mese di marzo. La crisi di alcune banche regionali negli Stati Uniti e le difficoltà del Credit Suisse, a cui hanno messo rimedio governi, banche centrali e autorità di regolamentazione dei mercati, hanno innescato un forte sell-off sui mercati azionari. Una discesa che ha interrotto bruscamente il trend positivo iniziato nell’autunno 2022. In un contesto di aumentata volatilità ribassi improvvisi dei mercati si sono fatti più frequenti. Global X ha recentemente lanciato in quotazione su Borsa Italiana due ETF che perseguono proprio l’obiettivo di tagliare le perdite.
Defined Outcome, perdite in cambio di guadagni
La gamma di prodotti Defined Outcome di Global X è composta da ETF che offrono agli investitori livelli predefiniti di protezione dai ribassi e, allo stesso tempo, una crescita fino a un limite massimo. Sono adatte, quindi, a chi voglia rimanere investito nei principali indici azionari e mantenere una partecipazione ai rialzi fino a un determinato limite in cambio di un livello esplicito di protezione. Ne fanno parte i due prodotti lanciati su di recente su Borsa Italiana:
- Global X S&P 500 Quarterly Buffer UCITS ETF (SPQB)
- Global X S&P 500 Quarterly Tail Hedge UCITS ETF (SPQH)
“In un contesto di continua volatilità dei mercati e di timori di recessione, molti investitori cercano modi per tutelarsi dai ribassi dei mercati azionari e di mantenere livelli definiti di rischio e rendimento” ha dichiarato Rob Oliver, responsabile Business Development di Global X ETFs in Europa.
Come funzionano gli ETF Defined Outcome
Entrambi gli ETF lanciati da Global X mirano a ottenere rendimenti simili, al lordo delle commissioni e delle spese, all’andamento di indici che investono con una strategia di opzioni call e put sull’S&P500. In particolare, il Global X S&P 500 Quarterly Buffer UCITS ETF (ISIN IE000LSRKCB4) vuole replicare le performance del CBOE S&P 500 15% WHT Quarterly 5% Buffer Protect. Si tratta di un indice che, grazie a una strategia in opzioni con scadenza trimestrale (marzo, giugno, settembre e dicembre) sull’indice statunitense, limita il primo 5% di ribassi di ogni trimestre ma anche la partecipazione al rialzo (6,67%).
Il Global X S&P 500 Quarterly Tail Hedge UCITS ETF (ISIN IE000EPX8KB7) ha l’obiettivo di ricalcare le performance dell’indice Cboe S&P 500 15% WHT Quarterly 9% (da -3% a -12%) Buffer Protect. In questo caso la strategia in opzioni dell’indice permette agli investitori di avere un cuscinetto del 9% sull’indice S&P500 dopo il primo 3% di perdite dell’indice (dunque fino a una perdita del 12%), offrendo al contempo una crescita del capitale fino a un tetto massimo (5,62%), sempre su base trimestrale.
Gli ETF Define Outcome non investono tuttavia in opzioni ma hanno un portafoglio costruito in maniera da replicare l’andamento dei due indici benchmark. Tra i principali titoli nel portafoglio dei due fondi ci sono Apple con un peso del 7,1% (dati al 22 marzo 2023), Microsoft al 6,1%, Amazon al 2,7%, Alphabet classe A e Nvidia all’1,9%, Berkshire Hathaway, Alphabet Classe C e Tesla all’1,6%.
Costi e performance
Per entrambi i fondi non sono previsti costi di ingresso e di uscita mentre le commissioni di gestione e gli altri costi amministrativi variano in base all’importo acquistato o venduto. In caso di uscita dall’investimento dopo un anno, il costo annuo esposto nel Key Information Document ammonta a 50 dollari, a cui vanno aggiunti costi di transazione di 10 dollari, sempre su base annua e sempre in base all’importo effettivo acquistato o venduto. L’incidenza annuale dei costi su un investimento di 10.000 dollari è calcolato a 0,6%.
Al di là del complicato funzionamento delle strategie in opzioni degli indici di riferimento dei due certificati, uno sguardo all’andamento dei due ETF aggiornato al 22 marzo 2023 può aiutare a capire come funzionano. Per esempio, l’ETF Global X S&P 500 Quarterly Buffer UCITS ETF protegge dal primo 5% di perdite trimestrali e ferma la partecipazione al rialzo dell’indice S&P500 al 6,67%. Il periodo di riferimento trimestrale va dall’uno gennaio al 31 marzo 2023 quando ci sarà il roll on delle opzioni degli indici benchmark.
La performance dell’S&P 500 da inizio anno (calcolata al 22 marzo), è positiva per 2,6% circa. Prima di raggiungere il cap, pertanto, l’indice può salire ancora del 4,03%. Allo stesso tempo, il buffer entrerà in funzione se la performance dell’S&P 500 diventerà negativa. Al momento, prima che il buffer entri in funzione l’S&P500 deve perdere ancora circa 2,6 punti percentuali.