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ETF: come scoprire se il gestore fa il prestito titoli – BorsaNews24

2025/02/18 1

Il prestito titoli è una di quelle attività che permette di ridurre il costo complessivo in carico all’ETF. Vediamo come scoprire le caratteristiche del prestito, come questa attività viene implementata dai gestori e quali ricadute vi sono per gli investitori.

Tra gli obiettivi principali di un gestore di ETF c’è quello di minimizzare i costi avvicinando la performance del fondo il più possibile a quella dell’indice sottostante. Per migliorare quella che in gergo viene chiamata tracking difference, il gestore ha diverse armi per contenere gli oneri, ad esempio creando dei ricavi. All’interno delle voci di bilancio di un ETF esistono infatti anche delle entrate che il gestore può ottenere attraverso la pratica del prestito titoli.

Dopo aver effettuato l’acquisto dei titoli sottostanti l’indice (attuando dunque una replica fisica), il gestore può prendere in considerazione la possibilità di prestare questi titoli a qualche controparte esterna che necessita degli stessi per altre operazioni. Tipicamente la vendita allo scoperto o comunque la creazione di un collaterale a garanzia di altre attività.

I titoli rimangono di proprietà dell’ETF (e quindi dell’investitore) ma temporaneamente la loro disponibilità è spostata in carico ad un’altra entità attraverso un’operazione di prestito. In cambio il gestore dell’ETF richiederà una piccola remunerazione dalla controparte che andrà in tutto o in parte a concorrere, come voce di attivo, nel bilancio finale dell’ETF.

Per assicurare l’operazione, ad esempio contro il rischio che i titoli prestati non vengano restituiti dalla controparte, il gestore richiede a garanzia dell’operazione una serie di titoli (il cosiddetto collaterale) di alta qualità come i titoli di Stato. Questi titoli saranno sempre disponibili in caso di evento negativo e destinati a rendere il fondo insensibile alle sorti della controparte.

 

ETF: dal KID è possibile scoprire il prestito titoli 

Ogni KID e prospetto di ETF indica se il fondo è oggetto o meno di prestito titoli. Non essendo una pratica obbligatoria diversi ETF preferiscono non attivarla. In caso nel KID venga indicata la presenza di attività di prestito titoli viene però segnalata anche la percentuale di ricavo derivante dall’attività di prestito retrocessa all’investitore. Alcuni emittenti, come ad esempio iShares, non retrocedono l’intero ricavo derivante dal prestito titoli agli attivi del fondo ma solo una parte di esso. Quello che non viene retrocesso viene destinato a copertura dei costi dell’attività del gestore.

Le società sui cui ETF la pratica del prestito titoli è stata attivata mettono a disposizione nelle pagine online dedicate allo strumento la quantità di punti base percentuali che tale attività ha generato nel corso dell’ultimo anno. Questo numero, che lo ricordiamo è una voce di attivo variabile e non di passivo come le commissioni di gestione, è solitamente arricchita nella parte dettagliata dei titoli a collaterale, da una lista di strumenti e dai nomi delle controparti con le quali è stato generato il prestito titoli. L’operazione di trasparenza è utile per comprendere con quale controparte è in corso un ipotetico rischio emittente relativo al prestito titoli, quali garanzie sono state offerte e, ovviamente, il ricavo generato dall’attività.

Come detto, non tutte le società utilizzano questa pratica che sicuramente è interessante perché migliora la tracking difference di un ETF riducendo i costi di qualche punto base ogni anno. Anche in questo caso, nella sezione online dedicata all’ETF l’investitore avrà a sua disposizione tutte le informazioni necessarie per fare le valutazioni di opportunità sullo strumento in corso di analisi.

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