Vanguard si tira fuori dalla schiera di gestori patrimoniali che hanno quotato i loro ETF Bitcoin spot. L’approvazione della Securities and Exchange Commission dopo dieci anni di lotte e il volume di trading alto sui nuovi prodotti – nonostante sia stato finora inferiore alle attese – non hanno convinto il secondo più grande gestore di fondi del mondo a lanciarsi nella mischia. Vanguard reputa gli ETF Bitcoin spot non in linea con la politica di investimento dell’azienda.
“Mentre valutiamo continuamente la nostra offerta di brokeraggio e l’ingresso di nuovi prodotti sul mercato, gli ETF spot su Bitcoin non saranno disponibili per l’acquisto sulla piattaforma Vanguard. La nostra prospettiva è che questi prodotti non siano in linea con la nostra offerta focalizzata su asset class come azioni, obbligazioni e liquidità, che Vanguard considera gli elementi costitutivi di un portafoglio di investimenti ben bilanciato e a lungo termine”, ha affermato la società.
La decisione di non includere ETF Bitcoin spot sulla propria piattaforma da parte del gestore americano che gestisce oltre 7.000 miliardi di dollari di asset ha indotto alcuni suoi clienti a flirtare con altre società. Attualmente, i nuovi prodotti sono disponibili sulle piattaforme di Schwab, Fidelity, SoFi e Wells Fargo.
Il punto è che Vanguard non si sente a suo agio nel consigliare ai clienti strumenti finanziari di cui ancora non riesce a valutare totalmente il rischio, in assenza di una vera e completa regolamentazione. “L’azienda ritiene che consentire ai consulenti di investire negli asset digitali per conto dei loro clienti la esporrebbe a rischi, ed è probabile che si atterrà a questa posizione fino a quando non verrà approvata una regolamentazione significativa per il mercato degli asset digitali” ha affermato Matt Apkarian, direttore associato dello sviluppo del prodotto presso Cerulli Associates.
ETF Bitcoin spot: in arrivo nuovi prodotti
Se Vanguard si fa da parte, altri gestori patrimoniali statunitensi fanno a gara per lanciare fondi negoziati in Borsa che sono esposti a Bitcoin con leva finanziaria (anche inversa) e opzioni basate sulle criptovalute. Ad esempio, ProShares ha annunciato che potrebbe lanciare cinque ETF, di cui uno offrirebbe l’esposizione doppia inversa a un indice di tracciamento di Bitcoin. Ciò significa che il prodotto sarebbe particolarmente rischioso, in quanto aumenterebbe le oscillazioni al variare del prezzo della valuta digitale. Grayscle Investments – che si è visto finalmente convertire il suo fondo OTC su Bitcoin in ETF quotato nei mercati regolamentati – ha presentato domanda per uno strumento che vende opzioni dal suo nuovo ETF. Mentre BlackRock punta a offrire ETF spot su altre criptovalute come Ethereum.
Tutti questi prodotti dovranno ricevere il benestare della SEC e non è detto che ciò avvenga, nonostante la decisione favorevole all’ETF Bitcoin spot della scorsa settimana. In realtà, l’authority statunitense ha dato il via libera malvolentieri giovedì scorso, proprio perché pressata da più parti, soprattutto in ambito giudiziario. Tuttavia, ha mantenuto serissime riserve sul mondo delle criptovalute in generale, avvertendo gli investitori del rischio a esse collegato.
Secondo Chris Brodersen, amministratore delegato specializzato in blockchain e asset digitali presso la società di contabilità EisnerAmper, non è escluso che gli ETF su Ether vadano incontro a “ostacoli significativi da superare, ma se la SEC nega l’approvazione, le aziende faranno esattamente quello che hanno fatto con Bitcoin, ovvero tornare indietro e cercare maggiore chiarezza, se necessario, o rivolgersi ai tribunali”. Quanto agli ETF con leva e alle opzioni, Joe Hall, avvocato consulente di Grayscale, ritiene che alla fine “dovrebbero essere approvati in un modo o nell’altro” come è successo giovedì 11 gennaio, anche se si tratta di “una questione molto diversa”.