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ETF: 4 ragioni dietro il boom del 2021 – BorsaNews24

2025/02/18 1

Gli ETF hanno spopolato tra gli investitori in questo 2021 che volge al termine. I dati diffusi da Morningstar rilevano che alla fine di novembre per la prima volta nella storia gli afflussi hanno superato la quota di 1.000 miliardi di dollari, con il valore totale degli assets arrivato a 9.500 miliardi di dollari. Basti pensare che nel 2018 l’entità delle attività di portafoglio era meno della metà di oggi per avere un’idea di quanto il mercato sia cresciuto in questi anni.

Gran parte di questa ondata di liquidità è stata assorbita da fondi come BlackRock, Vanguard Group e State Street Corp. che insieme rappresentano oltre il 75% del mercato. In particolare sono sbocciati gli ETF gestiti attivamente, visto il grande interesse riscontrato presso gli investitori. Oltre il 50% dei 380 ETF lanciati quest’anno negli Stati Uniti fanno parte della schiera di quelli a gestione attiva, con società come Fidelity, Putnam e T. Rowe Price in prima linea tra i principali fornitori di servizi.

Alcuni stanno cercando anche di inserirsi in una nicchia ristretta, non ancora battuta dai giganti del settore. Ad esempio VanEck a dicembre ha lanciato un ETF attivo riguardo il comparto alimentare, mentre Tuttle Capital a marzo ha fatto lo stesso con l’ETF FOMO, concentrandosi sulle azioni molto popolari tra gli investitori come Tesla, Meta Platform, Snowflake e Roblox. Non sono rari anche quelli che hanno convertito fondi comuni di investimento in ETF come Dimensional Fund Advisors o che hanno imitato alcuni fondi popolari, tipo Magellan e Blue Chip Growth di Fidelity Investments.

 

ETF: tutte le ragioni del boom

Cosa abbia guidato questo enorme afflusso di denaro è il risultato di vari fattori. Gli analisti e gli investitori operanti nel settore ne hanno individuato sostanzialmente 4. In primis la grande crescita quest’anno degli indici borsistici americani, che ha spinto gli investitori a puntare sulle azioni. Secondo Elisabeth Kashner, direttore della ricerca ETF di FactSet, la corsa al rialzo del mercato azionario ha aiutato a sostenere molti fornitori di ETF, sebbene un pullback previsto per i prossimi mesi potrebbe mettere in offside gli operatori più deboli.

In secondo luogo la mancanza di vere alternative alle azioni in termini di rendimento, con le obbligazioni che per effetto dell’inflazione hanno presentato rendimenti reali molto bassi, se non negativi. Il successo di ETF come quelli ARK di Cathie Wood nel 2020 ha mostrato come sia possibile ottenere grandi rendimenti da queste tipologie di fondi. L’anno scorso infatti la stock picker californiana è riuscita a raddoppiare il capitale investito, sebbene quest’anno i fondi ARK abbiano tribolato oltremodo con il calo dei rendimenti dei titoli tecnologici, molto presenti nel portafoglio di Wood.

In terzo luogo le commissioni basse dei gestori dei fondi, anche di quelli attivi, assolutamente non paragonabili con i costi sostenuti per i fondi comuni d’investimento. I 20 migliori ETF quest’anno hanno applicato una tariffa di gestione inferiore in media allo 0,10%. Infine va segnalata una regolamentazione più semplificata a partire dal 2019 che ha reso più facile il lancio degli ETF e che ora sta raccogliendo i suoi frutti.

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