Gli hedge fund stanno puntando contro il dollaro USA nel mercato delle opzioni, sull’aspettativa che alle elezioni americane di oggi sarà Kamala Harris ad avere la meglio su Donald Trump. Secondo i dati sul posizionamento da parte del Depository Trust & Clearing Corp., le coperture contro i cali del biglietto verde sono aumentate, in particolare rispetto all’euro e al dollaro australiano. In particolare, le opzioni call sul cambio EUR/USD con scadenza novembre hanno superato le opzioni put con un rapporto 2,5 a 1. Questo significa che i trader prevedono un rafforzamento della moneta unica rispetto al dollaro USA. In maniera del tutto analoga è il posizionamento degli investitori sul dollaro australiano rispetto alla divisa americana: anche qui il rapporto call/put è di 2,5 a 1. I movimenti sono accompagnati da una volatilità implicita in costante aumento. Per quanto riguarda il “Fiber”, la volatilità è balzata al livello più alto da marzo 2023; con riferimento all’Aussie, è salita al top di dicembre 2022.
Il sentiment è diventato negativo nei confronti del dollaro USA dopo i sondaggi del fine settimana che hanno dato vittoriosa Harris nello Iowa, uno stato in cui Trump ha avuto la meglio nelle ultime due corse alle presidenziali. Ciò ha rovesciato un periodo abbastanza lungo in cui il mercato scontava il leader repubblicano come prossimo presidente degli Stati Uniti. Tuttavia, ancora c’è molta incertezza sull’esito delle elezioni, con 7 stati chiave in bilico (stando sempre ai sondaggi). La mancanza di punti di riferimento sicuri fa crescere il nervosismo sui mercati valutari e quindi la volatilità.
Dollaro USA: cosa succederà dopo il voto
Trump è visto come un grande catalizzatore per il dollaro USA, in quanto la sua politica volta all’incremento dei dazi, alle strette all’immigrazione e alla riduzione delle tasse finirebbe per far tornare l’inflazione spingendo la Federal Reserve a tenere alti i tassi di interesse. Tra l’altro, le tariffe più alte farebbero diminuire la domanda degli americani per i prodotti importati e quindi per la valuta straniera.
“Con una vittoria di Trump il dollaro potrebbe salire del 3%, mentre un’affermazione di Harris potrebbe significare una discesa di circa il 2%”, hanno scritto in una nota gli strategist di Citigroup. A giudizio di Ashvin Murthy, chief investment officer di AVM Capital Pte a Singapore, “se Harris vince, la minaccia di ulteriori dazi diminuisce”. Questo significa “una sovraperformance delle valute di tutti i grandi esportatori verso gli Stati Uniti, mentre il biglietto verde restituirà la maggior parte dei suoi rendimenti nell’ultimo mese”.
Sulla stessa linea è George Boubouras, responsabile della ricerca presso l’hedge fund K2 Asset Management, secondo cui parte del Trump-trade è svanita poiché “i sondaggi sondaggi dello Iowa hanno davvero accelerato un ripensamento e la copertura delle scommesse rialziste sul dollaro”. Con l’inizio delle votazioni, “il mercato delle opzioni diventerà sempre più volatile”, ha aggiunto.