Le quotazioni dei diamanti sono crollate negli ultimi 14 mesi. Dai massimi storici di febbraio 2022, i preziosi hanno perso circa il 18% del loro valore, secondo il Global Rough Diamond Price Index. Paul Zimnisky di Diamond Analytics osserva che un diamante naturale da 1 carato di qualità appena sopra la media lo scorso anno aveva una valutazione di circa 6.700 dollari, mentre oggi viene venduto a circa 5.300 dollari.
Il motivo, secondo la società, è che i consumatori non sono più propensi a spendere come prima, con i programmi di stimolo economico che sono ormai agli sgoccioli e l’inflazione che ha fatto diminuire il potere di acquisto.
A tutto questo andrebbero aggiunte altre motivazioni, come ad esempio la ripresa dell’economia cinese che stenta a decollare dopo le riaperture post-Covid e si sa che la Cina è uno dei più grandi consumatori al mondo di preziosi. C’è poi un altro fattore che sta frenando la domanda di diamanti, ossia la concorrenza di quelli artificiali che vengono realizzati in laboratorio. “La quota di vendite di diamanti coltivati in laboratorio rispetto ai diamanti naturali è in aumento. Nel 2020 erano solo il 2,4% del totale. Nel 2023 rappresentano già il 9,3% delle vendite” ha affermato Edahn Golan, amministratore delegato di Edahn Golan Diamond Research & Data.
Diamanti: ecco le previsioni per i prossimi mesi
Cosa aspettarsi nei prossimi mesi in merito alle quotazioni dei diamanti? Gli esperti del settore vedono uno scenario fondamentalmente ribassista. Secondo Anku Data, amministratore delegato di Angara Jewelry Ankur, i prezzi potrebbero scendere del 20%-25% nei prossimi 12 mesi, il che comporterebbe un crollo fino a oltre il 40% dal picco di febbraio. A ciò “seguirà un andamento piatto”, con i costi del lavoro in aumento e una manodopera che “è ancora una parte molto critica nella produzione dei diamanti”.
A giudizio di Golan, lo scenario più probabile è che i prezzi continuino a scendere, specialmente per via dei margini in riduzione: “I margini dei rivenditori per i diamanti coltivati in laboratorio sono particolarmente elevati, circa il 60% rispetto al 34% per i diamanti naturali” ha affermato.
Un elemento di criticità potrebbe essere rappresentato dalla Russia che è il più grande produttore mondiale di diamanti. Le sanzioni occidentali in teoria potrebbero limitare l’offerta e sostenere il prezzo. In realtà, secondo Edahn, Mosca non avrebbe difficoltà a vendere le sue pietre pregiate, perché “paesi come l’India, gli Emirati Arabi Uniti e persino l’Ue non hanno imposto sanzioni sulle importazioni di diamanti grezzi”.
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