L’incredibile sell-off di questi giorni si è abbattuto violentemente anche sul mercato delle criptovalute. Nelle ultime 24 ore bitcoin ha perso il 24,53% del suo valore e ora quota sotto i 50.000 dollari; ethereum invece è affondato del 32% per una valutazione poco oltre i 22.000 dollari, cancellando i guadagni da inizio anno. L’entusiasmo per l’approvazione degli ETF spot sulle due criptovalute da parte della Securities and Exchange Commission, si è dissolto davanti all’arrivo dell’avversione al rischio sui mercati finanziari. Gli investitori si stanno allontanando dagli asset meno sicuri perché temono una recessione dell’economia americana dopo i brutti dati sul lavoro di venerdì scorso. Inoltre attendono con timore che si realizzi la minaccia iraniana di rappresaglia contro Israele per l’assassinio del leader di Hamas a Teheran, in un’escalation di tensione che potrebbe portare al coinvolgimento di attori su scala mondiale nel conflitto. .
Tutto questo mostra come le valute digitali siano ancora ben lontane dall’essere dei beni rifugio, come proclamato dai più strenui sostenitori. Anzi, dimostra come abbiano una correlazione molto alta con le attività più rischiose, per esempio le azioni. Bitcoin e le altre criptovalute sono in “condizionate dai timori di recessione e di atterraggio duro dell’economia”, ha affermato Tony Sycamore, analista di IG Markets. A tutto ciò “si aggiungono le preoccupazioni per un possibile conflitto militare, dato che Israele e Hezbollah si sono lanciati razzi a vicenda nel fine settimana e gli Stati Uniti stanno aumentando la presenza militare nell’area”. L’esperto considera poco sorprendente sotto certi versi quello che sta accadendo sui mercati: “Se dovessi indicare tre aree che hanno fatto davvero bene all’inizio di quest’anno, sarebbero la tecnologia, il bitcoin e le azioni giapponesi, quindi non credo che ci sia da sorprendersi se i tre mercati siano scesi con forza”.
Criptovalute: Morgan Stanley offre ETF su Bitcoin
Le inquietudini sull’economia americana hanno avuto il potere di spazzare via gli effetti positivi della notizia di venerdì scorso secondo cui Morgan Stanley offrirà gli ETF Bitcoin ad alcuni clienti. I circa 15 mila consulenti finanziari della big bank americana possono sollecitare i clienti ritenuti idonei – ossia con un patrimonio almeno di 1,5 milioni di dollari e una tolleranza al rischio elevata – ad acquistare azioni di due fondi negoziati in Borsa – di BlackRock e Fidelity – a partire da mercoledì prossimo. Ciò costituisce un segnale importante circa l’adozione da parte della finanza tradizionale delle criptovalute, anche e soprattutto perché arriva in un contesto in cui le principali società di gestione patrimoniale di Wall Street vietano ancora ai loro consulenti di proporre gli ETF su bitcoin, ma consentono la negoziazione di questi strumenti solo se sono i clienti a cercarli.
Cosa aspettarsi ora
La situazione a livello generale rimane tesa, con gli investitori che cercano conferme o smentite dai risultati macroeconomici su una possibile recessione dell’economia USA. Al riguardo, oggi alle 16 ora italiana, verranno pubblicati i dati sul Manufacturing Purchasing Managers Index (PMI) dell’Institute of Supply Management (ISM) che potrebbero incidere sui prezzi delle criptovalute. “Penso che l’ISM abbia il potenziale per calmare o aumentare le preoccupazioni, perché se all’improvviso dovessimo avere delle crepe nel mercato del lavoro, ciò significherebbe che la Fed ha perso la sua occasione per tagliare i tassi, cosa che probabilmente porterebbe a un ulteriore ribasso per tutti gli asset rischiosi, comprese le criptovalute”, ha affermato Sycamore. Al contrario, se l’ISM dovesse indicare che il PMI si trova in territorio espansivo (oltre 50), allora “potrebbe essere un segnale che il mercato è più forte del previsto, ponendo un solido limite alla discesa del prezzo degli asset rischiosi”.
