Mastercard darà avvio a un programma che permette alle istituzioni finanziarie di offrire il trading di criptovalute ai propri clienti. Ciò avverrà attraverso la piattaforma Paxos, specializzata in questo tipo di servizi. Le due società dovrebbero gestire tutto in modo da scacciare le principali paure che hanno tenuto le banche lontane dai servizi di trading crittografici, ossia le problematiche normative e sulla sicurezza. Il colosso dei pagamenti con la carta di credito ha affermato che cercherà di “mantenere le banche dalla parte giusta della regolamentazione, conformandosi alle regole sulla crittografia, verificando le transazioni e fornendo servizi di antiriciclaggio e monitoraggio dell’identità”. Il prodotto verrà testato nel primo trimestre del 2023. L’azienda per ora non ha riferito quali sono le banche che al momento hanno firmato il contratto con la società.
Una sfida impegnativa
La sfida di Mastercard è di quelle molto impegnative, essendo che il mondo delle criptovalute sta affrontando un inverno molto rigido. Quest’anno si sono susseguite numerose vicende che hanno messo in ginocchio il settore: dall’implosione della stablecoin TerraUSD al fallimento di aziende crittografiche come Celsius, Digital Voyager e Three Arrows Capital, ai ripetuti hackeraggi che si sono riscontrati nei più importanti exchange. Tutto ciò ha contribuito ad affondare le quotazioni delle valute digitali, che dal loro massimo storico di oltre 3.000 miliardi di capitalizzazione hanno perso più di due terzi del loro valore. John Lambert, Chief Digital Officer di Mastercard, crede però che la scelta sia corretta, affermando che i sondaggi mostrano come la domanda per gli assets digitali sia alta ma la maggioranza preferisca operare attraverso le loro banche. “Ci sono molti consumatori là fuori che sono davvero interessati a questo e incuriositi dalle criptovalute, ma si sentirebbero molto più sicuri se quei servizi fossero offerti dalle loro istituzioni finanziarie”, ha dichiarato.
Criptovalute: cosa significa il programma per Mastercard
Le grandi banche di investimento ancora hanno una certa ritrosia a imbattersi nei servizi crittografici al grande pubblico. Recentemente l’Amministratore Delegato di JP Morgan Jamie Dimon ha definito le criptovalute simili a uno schema Ponzi decentralizzato, mostrando chiaramente il suo disagio nei confronti di questo mondo. Lambert, tuttavia, ha cercato di fornire una certa rassicurazione. “Con l’entrata in vigore della regolamentazione, ci sarà un più alto grado di sicurezza disponibile per le piattaforme crittografiche e vedremo molti dei problemi attuali essere risolti negli anni a venire”.
Per Mastercard tutto ciò rappresenta un importante passo in avanti per entrare in maniera più decisa nel settore cripto, aumentando le transazioni e quindi il suo core business. Finora l’azienda con sede a Purchase, Harrison, New York, ha collaborato con Coinbase per quanto riguarda gli NFT e Bakkt per permettere a istituzioni della sua rete di offrire servizi di criptovalute. Inoltre, ha stabilito una partnership con FTX che prevede l’offerta di carte di debito crittografiche in 40 Paesi di tutto il mondo. Tra l’altro, la società sta studiando il modo di associare le sue carte alle stablecoin (QUI cosa sono e come funzionano le stablecoin). Secondo Lambert, il mondo crittografico sta diventando sempre più mainstream abbracciando il settore finanziario, per questo la presenza di intermediari come Mastercard sarà ancora importante nonostante la decentralizzazione della tecnologia blockchain.